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I pirati dell'Edelweiss
Alla fine degli anni Trenta, fece la sua comparsa un altro movimento giovanile ostile al nazismo: quello dei Pirati dell’Edelweiss. Fu radicato soprattutto nelle regioni più occidentali della Germania e comprese ragazzi tra i 14 e i 18 anni. Il movimento non era ben organizzato e non si proponeva precisi obiettivi politici. I giovani, semplicemente, si rifiutavano di passare il proprio tempo libero inquadrati nelle file della Gioventù hitleriana e quindi effettuavano escursioni autogestite durante le quali cantavano parodie delle canzoni naziste, cambiandone le parole. Spesso, poi, Pirati dell’Edelweiss e ragazzi della Gioventù hitleriana entravano in conflitto fisico, dando vita a vere e proprie risse. Il testo che riportiamo è datato 17 luglio 1943: si tratta di un rapporto steso da un funzionario del partito nazista di Düsseldorf-Grafenberg e inviato alla Gestapo, perché prendesse i provvedimenti del caso.
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Campi per donne e giovani devianti
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Approfondimenti
I pirati dell'Edelweiss di Aquisgrana
Saul K. Padover era un ufficiale dei servizi segreti americani. Operò nel 1944-1945, nella Germania Occidentale, al seguito delle truppe americane che avanzavano in territorio tedesco. Padover, infatti, era stato incaricato dal Dipartimento per la guerra psicologica di sondare l’umore (cioè il morale, in termini militari) della popolazione civile, al fine di valutare il grado di resistenza che le truppe alleate avrebbero incontrato nel loro cammino verso il cuore della Germania. Ne nacque così un singolare rapporto: uno straordinario sondaggio a caldo sulla mentalità dei tedeschi, a guerra non ancora finita.
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Approfondimenti
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La maturità del sistema nazista
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Campi per donne e giovani devianti
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I campi di concentramento nel Novecento
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La maturità del sistema nazista
Il Lager di Ravensbrück
Nata a Mondovì nel 1925, in una famiglia contadina, Lidia Beccaria Rolfi divenne maestra e poi aderì, nel 1943, ad un gruppo partigiano piemontese. Fu arrestata nell’aprile del 1944. Le sue memorie di prigioniera a Ravensbrück si aprono con una sintetica narrazione della storia del campo.
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Il Lager e l'economia di guerra
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Approfondimenti
L'arrivo a Ravensbrück di una donna italiana
Maria Massariello Arata è nata a Massa nel 1912, ma visse a Milano, dove fu arrestata il 4 luglio 1944, per propaganda antifascista e sostegno ai partigiani. Come Lidia Beccaria Rolfi, anche lei fu dapprima catturata dai militi fascisti. Consegnata ai tedeschi, arrivò a Ravensbrück l’11 ottobre 1944.
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Il Lager e l'economia di guerra
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Approfondimenti
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La maturità del sistema nazista
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Il Lager e l'economia di guerra
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I campi di concentramento nel Novecento
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La maturità del sistema nazista
I Lager come strumento di produzione economica
Himmler si rese conto del potenziale economico rappresentato dalla manodopera dei lager nel 1938. Dapprima, si pensò di sfruttare il lavoro dei detenuti per arricchire le SS, che per qualche anno furono l’unica realtà tedesca a beneficiare dei profitti derivanti dal lager. Nel 1942, si compì una svolta decisiva: poiché la guerra si prolungava, il lavoro dei detenuti (abbandonato ogni riferimento rieducativo e correzionale) doveva inserirsi a pieno titolo nella produzione finalizzata a sostenere lo sforzo bellico. Questa nuova impostazione fu suggerita a Himmler da Oswald Pohl, responsabile dell’Ufficio centrale economico-amministrativo delle SS, in un rapporto del 30 aprile 1942.
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I Lager e l'industria tedesca
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Approfondimenti
Il Lager come strumento di rieducazione
Nel gennaio 1937, Himmler parlò ad un pubblico di ufficiali della Wehrmacht della funzione dei campi di concentramento e difese ancora l’impostazione originaria: i lager erano presentati come strumenti correzionali per i tedeschi che avevano bisogno di rieducazione. A partire dal 1938 (creazione di Mauthausen e di Flossenbügg), lo stesso Himmler avrebbe insistito sempre di più sul ruolo economico del lavoro dei detenuti.
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I Lager e l'industria tedesca
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Approfondimenti
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La maturità del sistema nazista
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I Lager e l'industria tedesca
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I campi di concentramento nel Novecento
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La maturità del sistema nazista
I campi di educazione attraverso il lavoro
Denominati AEL, i campi di educazione attraverso il lavoro erano finalizzati alla punizione degli operai che, a giudizio dei nazisti, non si impegnavano a sufficienza nello sforzo bellico. In certe fabbriche, il trasferimento di un lavoratore ad un AEL era pubblicamente annunciato da un manifesto. L’11 febbraio 1941, il quotidiano Deutsche Allgemeine Zeitung dedicò un intero articolo alla questione, intitolandolo Una parola lieve, una faccenda seria.
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Lavoratori tedeschi e lavoratori stranieri
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Approfondimenti
Una lettera dal campo AEL di Breitenau
L’ex monastero benedettino di Breitenau (a sud di Kassel) era stato adibito per breve tempo a lager, negli anni 1933-1934. Nel maggio 1940, la Gestapo decise di usare di nuovo il complesso come luogo di detenzione, e aprì lì un campo di educazione attraverso il lavoro. Tra i numerosi internati (la capienza media era di circa 350 detenuti), incontriamo anche Lilli Jahn, una dottoressa ebrea tedesca che fu registrata il 3 settembre 1943. Non venne più liberata: anzi, nel marzo 1944 venne deportata ad Auschwitz, dove morì il 17 o 19 giugno 1944. Nel periodo della sua reclusione a Breitenau, Lilli Jahn riuscì a intrattenere una fitta corrispondenza (più o meno clandestina) con i figli, che non erano stati arrestati in quanto il loro padre era ariano. La lettera seguente è del 3 ottobre 1943 (domenica).
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Lavoratori tedeschi e lavoratori stranieri
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Approfondimenti
Cattura dei lavoratori all'Est
In un primo tempo, i tedeschi cercarono di convincere gli abitanti dell’Ucraina e di altre zone occupate dell’URSS a partire volontariamente per la Germania. Data la scarsa risposta dei civili, nel corso del 1942, i sistemi si fecero sempre più brutali. La testimonianza seguente è stata resa da una giovane donna ucraina.
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Lavoratori tedeschi e lavoratori stranieri
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Le proteste del Governatore Hans Frank
Alla fine di marzo del 1942, dopo aver ricevuto da Hitler l’incarico di plenipotenziario generale per l’impiego della manodopera, Fritz Sauckel così riassunse il proprio compito: "Ho ricevuto questo incarico da Adolf Hitler e porterò in Germania milioni di lavoratori dall’est senza curarmi dei loro sentimenti, che lo vogliano oppure no". Rendendosi conto della stretta relazione esistente tra brutalità delle razzie per catturare manodopera e aumento del consenso intorno alla resistenza, Hans Frank (governatore della Polonia occupata) il 21 novembre 1943 scrisse a Sauckel un memoriale di protesta.
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Lavoratori tedeschi e lavoratori stranieri
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Approfondimenti
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Lavoratori tedeschi e lavoratori stranieri
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I campi di concentramento nel Novecento
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La maturità del sistema nazista
Dora nella memoria di un deportato italiano
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, circa 615 000 militari italiani furono catturati dai tedeschi e deportati in Germania. Domenico Giaccardi (nato in provincia di Cuneo nel 1907) venne condotto a Dora nell’ottobre 1943.
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Le fabbriche dentro alle montagne
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Approfondimenti
Il programma missilistico tedesco nelle memorie di Albert Speer
Nel febbraio 1942, Albert Speer fu nominato da Hitler Ministro degli Armamenti e la produzione bellica. Fu Speer, insomma, che curò gran parte della produzione di armi negli ultimi anni di guerra, compresi i razzi che, nelle speranze di Hitler, avrebbero dovuto portare la vittoria alla Germania. Speer riuscì a convincere Hitler ad investire risorse nel progetto missilistico (coordinato da Werner von Braun) dopo avergli sottoposto un filmato, il 7 luglio 1943. A quel punto, però, intervenne Himmler, che impose la propria idea: la manodopera sarebbe stata fornita dai lager. In tal modo, il capo delle SS sperava di mantenere il controllo su quella che pareva una delle imprese più importanti e promettenti del Terzo Reich.
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Le fabbriche dentro alle montagne
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