Le fabbriche dentro alle montagne

Le V1 e le V2
Zoom immagineNel 1943, gli anglo-americani scatenarono la grande offensiva aerea che avrebbe ridotto in cenere tutte le principali città tedesche. I tedeschi sperarono a lungo di poter contrastare i bombardamenti alleati introducendo alcune rivoluzionarie innovazioni tecnologiche nel campo dell’aeronautica, cioè producendo aerei a reazione e razzi. Questi ultimi furono chiamati armi dellavendetta: in tedesco, Vergeltungswaffen, da cui derivano le abbreviazioni V1 e V2.

Le prime bombe volanti, soprannominate V1, furono pronte il 22 giugno 1944. Ne furono lanciate 10, ma solo 5 raggiunsero Londra. L’8 settembre fu lanciato il primo missile V2, decisamente più maturo di quello precedente.

Delle seimila V2 prodotte, solo 1 403 furono lanciate contro l’Inghilterra, e di fatto solo 517 caddero sulla capitale. Alla fine, le bombe volanti uccisero circa 9000 londinesi, ma il tonnellaggio totale dell’esplosivo contenuto (più o meno 2 500 tonnellate in sei mesi di lanci) rappresentava appena lo 0,23 per cento della quantità sganciata dalle forze aeree alleate sulla Germania nello stesso periodo.
Dora-Mittelbau

La maggior parte dei razzi che vennero utilizzati dai tedeschi fu prodotta in una gigantesca fabbrica sotterranea, che ricevette il nome in codice di Dora. Gli impianti furono collocati in tunnel aperti dentro una montagna, nella Germania centrale, a circa 70 chilometri da Buchenwald. Tutta la manodopera era costituita da deportati, che alloggiavano in un grande campo di concentramento allestito nei pressi della fabbrica sotterranea.

I primi 107 detenuti (polacchi) arrivarono da Buchenwald il 28 agosto 1943, con il compito di allargare le gallerie e renderle idonee ad ospitare gli impianti di produzione dei razzi. Nel novembre 1944, a Dora si trovavano 26.000 internati, saliti a 40.000 nel marzo 1945. É possibile che, a causa delle terribili condizioni di vita e di lavoro, siano morti circa 20.000 detenuti. Tra coloro che lavorarono a Dora, circa 1300 erano italiani, in prevalenza militari che avevano rifiutato di arruolarsi nell’esercito della Repubblica Sociale, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.

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