Il Lager e l'economia di guerra

L'economia di guerra
Ravensbrück, 1941. Le baracche del campo. Foto scattata dalle SS.In un discorso del 1937, Himmler ripeté ancora che la finalità principale del lager era di tipo correzionale e rieducativo. Con l’inizio della guerra, l’accento della propaganda nazista fu posta sul fatto che i lager erano indispensabili per rendere inoffensivi tutti i nemici del popolo tedesco.

La situazione cambiò radicalmente nel corso del 1942 e, ancor più, dopo la disfatta di Stalingrado all’inizio del 1943. Ormai era chiaro a tutti che il conflitto non sarebbe stato una guerra lampo, bensì una lotta che – per essere vinta – necessitava di uno sforzo economico gigantesco.

Per Himmler e per le SS, ciò significò trasformare i lager in una inesauribile riserva di manodopera, che poteva e doveva essere usata senza risparmio, in vista della vittoria. In tal modo, il lavoro dei detenuti nei lager fece un importantissimo e ulteriore salto di qualità.

Già nel 1938 Mauthausen e Flossenbürg erano stati istituiti con finalità economiche, ma l’obiettivo primario era quello di arricchire solo le SS. Negli ultimi anni di guerra, il lavoro dei detenuti si integrò pienamente nell’economia tedesca: soprattutto, si venne a creare uno strettissimo legame di interesse tra tutte le principali aziende tedesche e le SS, che gestivano i campi e che fornivano la manodopera dei detenuti.

In teoria, la svolta del 1942 avrebbe dovuto portare un miglioramento nelle condizioni di vita dei detenuti. Il 29 maggio 1942, ad esempio, Himmler autorizzò l’apertura di un bordello nei principali campi, ritenendolo un "incitamento ad una resa migliore". La realtà fu molto diversa, in quanto i campi si riempirono soprattutto di detenuti che i nazisti ritenevano inferiori sotto il profilo razziale. Quindi gli atti di violenza e, a volte, le uccisioni di massa non si fermarono. Semplicemente, lo sfruttamento si fece più sistematico e metodico.
Il lavoro a Ravensbrück

Aperto ufficialmente il 13 maggio 1939, il campo di Ravensbrück offre un quadro completo dello sviluppo del ruolo del lavoro nei lager nazisti. In un primo tempo, le donne di Ravensbrück furono usate per costruire strade e altre infrastrutture capaci di migliorare la logistica del campo; la finalità del lavoro era, in teoria, correzionale e disciplinare.

Nel 1941, venne creato un laboratorio di proprietà delle SS all’interno del campo, in cui le donne erano impegnate a produrre tessuti e a intrecciare paglia con cui confezionare soprascarpe isolanti contro il gelo (per i soldati impegnati in Russia) e altri oggetti. Infine, un numero crescente di detenute venne impiegato negli stabilimenti della Siemens, una delle società elettriche più imponenti d’Europa.

Nel 1944, la Siemens utilizzava complessivamente 15.200 detenuti, dislocati in tutti i principali campi di concentramento della Germania.

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