Il programma missilistico tedesco nelle memorie di Albert Speer

Nel febbraio 1942, Albert Speer fu nominato da Hitler Ministro degli Armamenti e la produzione bellica. Fu Speer, insomma, che curò gran parte della produzione di armi negli ultimi anni di guerra, compresi i razzi che, nelle speranze di Hitler, avrebbero dovuto portare la vittoria alla Germania. Speer riuscì a convincere Hitler ad investire risorse nel progetto missilistico (coordinato da Werner von Braun) dopo avergli sottoposto un filmato, il 7 luglio 1943. A quel punto, però, intervenne Himmler, che impose la propria idea: la manodopera sarebbe stata fornita dai lager. In tal modo, il capo delle SS sperava di mantenere il controllo su quella che pareva una delle imprese più importanti e promettenti del Terzo Reich.

Nelle sue memorie, Speer dice di essere rimasto profondamente turbato dalla visita agli impianti di Dora. Comunque, non intervenne in modo significativo per cambiare le condizioni di vita dei detenuti.

Avendo suscitato l’entusiasmo di Hitler, il progetto V2 richiamò anche l’interessamento di Himmler, il quale si mise prontamente in moto e, sei settimane dopo la proiezione del famoso film, propose a Hitler una maniera teoricamente semplicissima di risolvere il problema della segretezza, così importante per la fabbricazione di un’arma presumibilmente decisiva ai fini delle sorti della guerra. Affidando tutta la produzione esclusivamente a personale attinto nei campi di concentramento, diceva Himmler, si sarebbe automaticamente impedito qualsiasi contatto con il mondo esterno. Non ci sarebbe stato neppure il pericolo di confidenze epistolari! I prigionieri dei campi di concentramento, inoltre, avrebbero fornito tutta la manodopera specializzata occorrente, cosicché all’industria si sarebbe dovuto chiedere soltanto il personale direttivo e tecnico. Hitler approvò la proposta. A me e Saur [Karl Saur, stretto collaboratore di Speer – n.d.r.] non rimase quindi altra scelta, dato anche che non avremmo saputo quale migliore soluzione, o quale altra soluzione, suggerire.

Il risultato più sgradevole di questa decisione fu che ci trovammo costretti a elaborare insieme con i dirigenti delle SS il regolamento del Mittelwerk, com’era stata chiamata questa operazione, visto che avremmo dovuto eseguirla a forze congiunte. I miei collaboratori si accinsero a tale compito con animo tutt’altro che tranquillo, e ben presto i loro timori si dimostrarono giustificati. Noi conservavamo, è vero, la responsabilità formale della produzione, ma nei casi dubbi e incerti dovevamo piegarci al prepotere dei dirigenti delle SS. In tal modo Himmler aveva, per così dire, messo un piede in casa nostra, e lo aveva fatto, in un certo senso, invitatovi da noi. [...]

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