Approfondimenti

I campi di educazione attraverso il lavoro
Denominati AEL, i campi di educazione attraverso il lavoro erano finalizzati alla punizione degli operai che, a giudizio dei nazisti, non si impegnavano a sufficienza nello sforzo bellico. In certe fabbriche, il trasferimento di un lavoratore ad un AEL era pubblicamente annunciato da un manifesto. L’11 febbraio 1941, il quotidiano Deutsche Allgemeine Zeitung dedicò un intero articolo alla questione, intitolandolo Una parola lieve, una faccenda seria.
Una lettera dal campo AEL di Breitenau
L’ex monastero benedettino di Breitenau (a sud di Kassel) era stato adibito per breve tempo a lager, negli anni 1933-1934. Nel maggio 1940, la Gestapo decise di usare di nuovo il complesso come luogo di detenzione, e aprì lì un campo di educazione attraverso il lavoro. Tra i numerosi internati (la capienza media era di circa 350 detenuti), incontriamo anche Lilli Jahn, una dottoressa ebrea tedesca che fu registrata il 3 settembre 1943. Non venne più liberata: anzi, nel marzo 1944 venne deportata ad Auschwitz, dove morì il 17 o 19 giugno 1944. Nel periodo della sua reclusione a Breitenau, Lilli Jahn riuscì a intrattenere una fitta corrispondenza (più o meno clandestina) con i figli, che non erano stati arrestati in quanto il loro padre era ariano. La lettera seguente è del 3 ottobre 1943 (domenica).
Cattura dei lavoratori all'Est
In un primo tempo, i tedeschi cercarono di convincere gli abitanti dell’Ucraina e di altre zone occupate dell’URSS a partire volontariamente per la Germania. Data la scarsa risposta dei civili, nel corso del 1942, i sistemi si fecero sempre più brutali. La testimonianza seguente è stata resa da una giovane donna ucraina.
Le proteste del Governatore Hans Frank
Alla fine di marzo del 1942, dopo aver ricevuto da Hitler l’incarico di plenipotenziario generale per l’impiego della manodopera, Fritz Sauckel così riassunse il proprio compito: "Ho ricevuto questo incarico da Adolf Hitler e porterò in Germania milioni di lavoratori dall’est senza curarmi dei loro sentimenti, che lo vogliano oppure no". Rendendosi conto della stretta relazione esistente tra brutalità delle razzie per catturare manodopera e aumento del consenso intorno alla resistenza, Hans Frank (governatore della Polonia occupata) il 21 novembre 1943 scrisse a Sauckel un memoriale di protesta.
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Ravensbrück, 1940-1941. Donne al lavoro. La foto fa parte di un album, realizzato dalle SS a scopo di rappresentanza

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