I pirati dell'Edelweiss

Alla fine degli anni Trenta, fece la sua comparsa un altro movimento giovanile ostile al nazismo: quello dei Pirati dell’Edelweiss. Fu radicato soprattutto nelle regioni più occidentali della Germania e comprese ragazzi tra i 14 e i 18 anni. Il movimento non era ben organizzato e non si proponeva precisi obiettivi politici. I giovani, semplicemente, si rifiutavano di passare il proprio tempo libero inquadrati nelle file della Gioventù hitleriana e quindi effettuavano escursioni autogestite durante le quali cantavano parodie delle canzoni naziste, cambiandone le parole. Spesso, poi, Pirati dell’Edelweiss e ragazzi della Gioventù hitleriana entravano in conflitto fisico, dando vita a vere e proprie risse. Il testo che riportiamo è datato 17 luglio 1943: si tratta di un rapporto steso da un funzionario del partito nazista di Düsseldorf-Grafenberg e inviato alla Gestapo, perché prendesse i provvedimenti del caso.

Oggetto: Pirati dell’Edelweiss.

I ragazzi in oggetto tornano ad aumentare. Ci viene comunicato che nel parco del settore orientale della città si fanno notare raggruppamenti di giovani più numerosi che mai, soprattutto dopo l’ultimo attacco terroristico a Düsseldorf. Questi giovani, di età tra i 12 e i 17 anni, si aggirano nella detta zona, fino a tarda ora, con ragazze e strumenti musicali. Questa canaglia, che in maggioranza sta fuori dalla HJ [Hitler Jugend, o Gioventù hitleriana – n.d.r.] e tiene un atteggiamento contrario a tale organizzazione, costituisce un pericolo per gli altri giovani. Recentemente è stato appurato che a Düsseldorf a questi giovani si uniscono anche militari della Wehrmacht [= l’esercito – n.d.r.], i quali, facendosi forti proprio della loro appartenenza all’esercito, assumono un atteggiamento particolarmente arrogante. Si sospetta che siano questi giovani gli autori delle scritte sui muri del sottopassaggio della Altenbergstrasse, del tipo Abbasso Hitler, Il Comando Supremo della Wehrmacht mente, Medaglie e onorificenze per la maggiore strage, Abbasso la bestia nazista ecc. Si possono togliere queste scritte finché si vuole, ma nel giro di pochi giorni i muri ne sono di nuovo coperti.

(D. PEUKERT, Storia sociale del Terzo Reich, Firenze, Sansoni, 1989, p. 160-161. Traduzione di F. Bassani)

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