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La Germania tra nazionalismo e comunismo
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Viaggio visivo nel Novecento totalitario (a cura del Prof. Francesco Maria Feltri)
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L'ideologia nazista e il razzismo fascista
L'antisemitismo dei gesuiti
Secondo i gesuiti di Civiltà Cattolica, la Rivoluzione francese era una sorta di condensato di tutti gli errori moderni e il segnale più evidente che, dietro l'intero movimento, stavano gli ebrei. Infatti, in nome dei diritti dell'uomo e del cittadino (cioè del principio di uguaglianza, secondo cui tutti gli uomini e tutti i cittadini devono godere dei medesimi diritti, oltre ad avere i medesimi doveri) l’Assemblea Nazionale Costituente aveva proclamato nel 1791 la completa eliminazione di ogni restrizione civile e giuridica nei confronti degli israeliti. Per i gesuiti, il loro obiettivo era quello di scalzare le fondamenta cristiane della società europea: senza fede, essa sarebbe caduta nelle grinfie del giudaismo, prima di sprofondare nelle barbarie del socialismo. L’articolo che riportiamo fu pubblicato nel 1890.
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Il complotto ebraico
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Approfondimenti
Le riflessioni di un ebreo tedesco
Nel 1933, Viktor Klemperer era un prestigioso docente di letteratura francese a Dresda. Avendo sposato una donna ariana, durante la guerra non venne deportato, ma subì comunque vari provvedimenti restrittivi e numerose angherie, negli anni del Terzo Reich. I suoi diari sono una testimonianza insostituibile, per comprendere dall’interno i sentimenti degli ebrei tedeschi, molti dei quali si erano pienamente integrati nella società della Germania imperiale e in quella della Repubblica di Weimar. Il passo che riportiamo fu scritto nel gennaio 1939. Malgrado l’inasprirsi delle misure naziste, Klemperer continuava a sentirsi tedesco e a non condividere gli ideali dei sionisti.
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Il complotto ebraico
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Germania, anni Venti. Cartolina postale che attribuisce la rivoluzione del 9 novembre 1918 (e quindi la sconfitta della Germania, nella prima guerra mondiale) agli ebrei.
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Il complotto ebraico
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Hitler alla conquista del potere
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Il complotto ebraico
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L'ideologia nazista e il razzismo fascista
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Hitler alla conquista del potere
Un pogrom contro gli ebrei, attuato dai polacchi durante la guerra del 1920-1921
Isaak Babel’ pubblicò L’armata a cavallo nel 1926. In diversi racconti, l’autore descrive con toccante dolcezza il mondo degli ebrei ucraini, che dopo aver subito le violenze dei Bianchi, durante la guerra civile, furono spesso oggetto di brutalità anche da parte dei polacchi.
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La Polonia e gli ebrei
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Approfondimenti
Il ricordo dei pogrom, nel diario di Isaak Babel'
Nel 1920, Isaak Babel’ venne aggregato alla Cavalleria rossa (o Konarmiia) del generale Budënny e insieme a quest’armata di cosacchi che avevano scelto di combattere per i comunisti partecipò alla campagna militare contro l’esercito polacco. Per alcuni mesi, Babel’ tenne un diario. Le pagine più amare sono dedicate alle violenze compiute dai polacchi (e, a volte, dai cosacchi stessi) contro gli ebrei. La raccolta di racconti intitolata L’armata a cavallo sarebbe nata come rielaborazione letteraria della personale esperienza vissuta dallo scrittore.
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La Polonia e gli ebrei
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Approfondimenti
Appello dei vescovi polacchi
Anche la Chiesa cattolica polacca sposò appieno l’equazione bolscevichi = ebrei. Nel 1920, mentre infuriava la guerra russo-polacca e l’Armata Rossa minacciava Varsavia, i vescovi polacchi lanciarono al resto del mondo cattolico un appello in cui il conflitto era interpretato in chiave escatologica. Il comunismo ateo, cioè, venne presentato dai vescovi polacchi come una realtà satanica: come l’Anticristo, come una delle forme che può assumere “colui si oppone contro tutto ciò che è divino” (secondo la formula di S. Paolo), il nemico per eccellenza di Cristo e della Chiesa.
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La Polonia e gli ebrei
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Approfondimenti
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Polonia, 1919-1920. Cartolina postale raffigurante un alfiere della rivoluzione, cioè un soldato bolscevico. Il grosso naso e le orecchie deformi lo identificano come un ebreo. Il messaggio che si vuole trasmettere è quello secondo cui gli ebrei sono i veri registi e burattinai della rivoluzione comunista.
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La Polonia e gli ebrei
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Approfondimenti
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Hitler alla conquista del potere
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La Polonia e gli ebrei
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L'ideologia nazista e il razzismo fascista
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Hitler alla conquista del potere
I falsi protocolli dei savi anziani di Sion
Confezionato intorno al 1902, l’opuscolo denominato Protocolli dei savi anziani di Sion denuncia un presunto complotto ordito dagli ebrei, per conquistare il potere a livello mondiale. Gli strumenti utilizzati sono i più diversi: il capitalismo, lo sfruttamento della classe operaia, il socialismo, la libertà di parola e di stampa... In una parola, qualsiasi elemento tipico della società moderna era presentato come una diabolica invenzione ebraica, introdotta per scalzare l’autorità dello zar e degli altri sovrani cristiani.
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I protocolli dei savi di Sion
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Approfondimenti
Il Times di fronte ai protocolli
Di fronte ad un evento terrificante come la rivoluzione bolscevica, la borghesia di tutta l’Europa si mostrò incline a spiegazioni fantasiose e irrazionali. L’8 maggio 1920, sul giornale londinese Times, apparve un lungo articolo dedicato ai Protocolli dei savi anziani di Sion. Secondo l’autore, quanto accaduto in Russia sembrava essere stato profetizzato con largo anticipo nel testo. La rivoluzione pareva il frutto di un piano diabolico progettato nei minimi dettagli. Dunque – lasciava intendere l’articolo – i Protocolli erano autentici.
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I protocolli dei savi di Sion
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Monaco di Baviera, 1937-1938. Manifesto della mostra antisemita L’eterno ebreo. Il frustino sta ad indicare che, per i nazisti, l’obiettivo degli ebrei era il dominio del mondo. Come strumenti, usavano in maniera intercambiabile sia l’oro (cioè la finanza e il capitalismo) sia il comunismo. Nell’estate 1938, una mostra simile fu allestita anche a Vienna.
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I protocolli dei savi di Sion
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Hitler alla conquista del potere
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I protocolli dei savi di Sion
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L'ideologia nazista e il razzismo fascista
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Hitler alla conquista del potere
I protocolli in Germania
La prima traduzione tedesca dei Protocolli dei savi anziani di Sion fu pubblicata nel gennaio 1920. La casa editrice era la stessa che pubblicava la rivista di estrema destra Auf Vorposten, sulla quale – nell’aprile 1919 – uscì l’articolo che riportiamo. Gli ebrei erano considerati responsabili della guerra, della vittoria del comunismo in Russia, della disfatta tedesca.
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Il bolscevismo giudaico
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L'ebreo, capo del movimento marxista
Nel Mein Kampf, Hitler insiste sul fatto che gli ebrei sono a guida del movimento marxista internazionale. Hitler accusava la borghesia di non essersi presa cura dei più elementari bisogni della classe lavoratrice. In tal modo, essa aveva permesso ai marxisti di infiltrarsi all’interno del popolo tedesco e di guidarne una parte alla rivolta antinazionale. Tutto questo però, alla fine, avrebbe solo fatto il gioco degli ebrei, veri registi della rivoluzione e dominatori del mondo dopo il suo trionfo.
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Il bolscevismo giudaico
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Polonia, 1918. Cartolina postale raffigurante un alfiere della rivoluzione, cioè un ebreo bolscevico denominato Il più rosso di tutti. Forse, si tratta di una caricatura di Lev Trockij. L’ufficiale sovietico raffigurato è una specie di mostro disumano e grottesco, con orecchie da topo (o meglio, da vampiro).
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Il bolscevismo giudaico
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