L'antisemitismo dei gesuiti

Secondo i gesuiti di Civiltà Cattolica, la Rivoluzione francese era una sorta di condensato di tutti gli errori moderni e il segnale più evidente che, dietro l'intero movimento, stavano gli ebrei. Infatti, in nome dei diritti dell'uomo e del cittadino (cioè del principio di uguaglianza, secondo cui tutti gli uomini e tutti i cittadini devono godere dei medesimi diritti, oltre ad avere i medesimi doveri) l’Assemblea Nazionale Costituente aveva proclamato nel 1791 la completa eliminazione di ogni restrizione civile e giuridica nei confronti degli israeliti. Per i gesuiti, il loro obiettivo era quello di scalzare le fondamenta cristiane della società europea: senza fede, essa sarebbe caduta nelle grinfie del giudaismo, prima di sprofondare nelle barbarie del socialismo. L’articolo che riportiamo fu pubblicato nel 1890.

Chi dunque, con animo spassionato, indaga i fatti e i documenti, deve concludere che giammai non si è data ambizione più folle e tenace, e più sfrontatamente confessata di questa de' giudei. Si arrogano di conquistare il mondo, di regnare sopra gl'imperi da essi abbattuti, di sottoporre a sé ogni popolo; e si appropriano il diritto di rivendicare a sé i beni dell'universo, quale possesso legittimo, dato loro da Dio.  [...]

La rivoluzione che in quest'ultimo secolo ha soqquadrato l'intero ordinamento cristiano di quasi tutti gli Stati, a pro di chi è ella stata fatta? Non dei popoli, che ne sono rimasti oppressi: non delle monarchie, che ne sono uscite menomate. Se ben si considera, dee dirsi, che si è fatta a pro unicamente del giudaismo, il quale, in virtù de' menzogneri principii di libertà, di fraternità e di uguaglianza, ha potuto colorire a man salva il suo cupo disegno di predominio, in un grado che mai non raggiunse, da che la spada dell'ira di Dio ne disperse i seguaci per tutta la terra. Quindi se v'è caso in cui valga l'effato [= sentenza - n.d.r.] de' giuristi: Is fecit cui prodest [= Chi trae beneficio da un'azione può essere considerato il responsabile dell'azione stessa - n.d.r.], questo è il desso [= proprio lui - n.d.r.]. [...]

La Francia, sopra ogni altro paese, merita in questa materia, di essere considerata. Quello che, ultimamente, dopo le rivelazioni del Drumont [il giornalista antisemita francese Edouard Drumont (1844-1917) divenne improvvisamente famoso nel 1886, allorché pubblicò La Francia ebraica, un vero e proprio best-seller di cui si ebbero 114 edizioni e 100 000 copie vendute in un solo anno e 200 edizioni fino al 1943, per un totale di un milione circa di copie vendute. Quando poi, dal 1892, Drumont divenne direttore del quotidiano <<La Libre Parole>> , tale giornale raggiunse in poco tempo le 200 000 copie giornaliere – n.d.r.], si è posto in chiaro dell’accumulamento d’oro fattovi dagli ebrei, sotto l’egida dei diritti dell’uomo, promulgati appunto cent’anni or sono dalla stessa Francia, mette ribrezzo. Epiloghiamo. Nel 1791, i giudei colà erano scarsi, appena qualche migliaio; ché più e più volte n’erano stati banditi dai re, siccome peste malefica della nazione. Ora passano forse i 60 e si accostano ai 100 mila, tutti con tipi, con lingua, con  nomi che li manifestano provenuti da Francoforte, da Amburgo, dalla Polonia, dal Portogallo. La rivoluzione del 1793, sanguinosa e sparnazzatrice [= distruttrice; alla lettera, questo termine arcaico nato dalla sovrapposizione di sparpagliare e razzolare, indicava lo spreco di mangime operato dai polli – n.d.r.] dei beni della nobiltà e del clero, ve li attirò, qual branco di rapaci avvoltoi. Un secolo dopo son divenuti anche là, più forse che nell’Impero austriaco ed Italia, dominatori d’ogni cosa.

Stando ai computi più recenti, gli ebrei, che sono padroni della metà del capitale circolante sulla terra, nella sola Francia posseggono 80 mila milioni: ed il capitale francese è tutto insieme calcolato fra i 150 e i 200 mila milioni! Per farsi un concetto del mostruoso patrimonio ammonticchiato ivi da’ giudei, conviene paragonare il loro numero con quello dei nazionali. Fatta questa proporzione, si ha che ogni giudeo, in media, occupa un capitale che va dagli 800 mila al milione e 200 mila franchi; oveché ogni francese, al ragguaglio stesso, ne occupa uno che non passa i 6 mila franchi. La casa dei Rothschild, da sé sola, possiede notoriamente un patrimonio di 3 mila milioni. [...] Gli Hirsch, i Dreyfus, i Bichoffsheim, gli IOppenheim, gli Erlanger, gli Hottinguer e via via, formano tutti insieme un sinedrio bancario, che rappresenta il valore di almeno 10 mila milioni; tutti cavati dalle vene della Francia, per grazia dei diritti dell’uomo, da essi inventati e concessi a questa razza cosmopolita e vorace. [...]

Per grazia dei principii della rivoluzione, prevalsi quasi da per tutto, il giudeo è stato ammesso al godimento del diritto comune: le leggi lo considerano eguale in ogni cosa agli altri, e lo proteggono al modo stesso che gli altri cittadini. Quindi la politica di difesa delle società cristiane è stata abolita, e s'è concessa al giudeo piena libertà di offesa alle società medesime, che nel seno loro lo albergano.  [...] Finché son tenuti in auge gl'insidiosi diritti dell'uomo, promulgati nel 1789, e gli Statuti parlamentari, come oggi si praticano, non vi è umana speranza di liberazione cristiana dal giogo ebraico-massonico, che spossa e perverte le popolazioni. [...]

Se non si rimettono gli ebrei al posto loro, con leggi umane e cristiane sì, ma di eccezione, che tolgan loro l'uguaglianza  civile, a cui non hanno diritto, che anzi è perniciosa non meno ad essi che ai cristiani, non si farà nulla o si farà ben poco.

(R. Piperno, L'antisemitismo moderno , Rocca San Casciano, Cappelli, 1964, pp.104-106. 114-116. 131-132. 139)

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