I falsi protocolli dei savi anziani di Sion

Confezionato intorno al 1902, l’opuscolo denominato Protocolli dei savi anziani di Sion denuncia un presunto complotto ordito dagli ebrei, per conquistare il potere a livello mondiale. Gli strumenti utilizzati sono i più diversi: il capitalismo, lo sfruttamento della classe operaia, il socialismo, la libertà di parola e di stampa... In una parola, qualsiasi elemento tipico della società moderna era presentato come una diabolica invenzione ebraica, introdotta per scalzare l’autorità dello zar e degli altri sovrani cristiani.

Noi abbiamo l'intenzione di assumere l'aspetto di liberatori dell'operaio, venuti per affrancarlo da ciò che l'opprime, quando gli suggeriremo di unirsi alla fila dei nostri eserciti  di socialisti, anarchici e comunisti. Sosteniamo i comunisti, fingendo di amarli giusta i principi di fratellanza e dell'interesse generale dell'umanità, promosso dalla nostra massoneria socialista. L'aristocrazia, la quale - per diritto - spartiva il guadagno delle classi operaie, si interessava perché queste classi fossero ben nutrite, sane e robuste. Il nostro scopo è invece l'opposto, vale a dire che ci interessiamo alla degenerazione dei Gentili [= non Ebrei - n.d.r.]. La nostra forza consiste nel tenere continuamente l'operaio in uno stato di penuria ed impotenza, perché, così facendo, lo teniamo assoggettato alla nostra volontà e, nel proprio ambiente, egli non troverà mai la forza e l'energia di insorgere contro di noi. La fame conferirà al Capitalismo dei diritti sul lavoratore infinitamente più potenti di quelli che il legittimo potere del Sovrano potesse conferire all'aristocrazia. Noi governiamo le masse mediante i sentimenti di gelosia ed odio fomentati dall'oppressione e dalla miseria. Ed è facendo uso di questi sentimenti che togliamo di mezzo tutti coloro che ci ostacolano.

Quando verrà il giorno dell'incoronazione del nostro Sovrano Mondiale, provvederemo con questi mezzi, e cioè servendoci della plebe, a distruggere tutto ciò che potrebbe ostacolare il nostro cammino. [...]

Date le condizioni attuali della scienza, che segue una linea tracciata da noi, la plebe, nella sua ignoranza, crede ciecamente nelle parole stampate e nelle illusioni erronee opportunamente ispirate da noi, ed odia tutte le classi che crede più elevate della sua. Ciò perché essa non comprende l'importanza di ogni singola casta. Questo odio diventerà ancora più acuto quando si tratterà di crisi economiche, perchè allora arresterà i mercati e la produzione. Determineremo una crisi economica universale con tutti i mezzi clandestini possibili e coll'aiuto dell'oro, che è tutto nelle nostre mani. In pari tempo getteremo sul lastrico folle enormi di operai in tutta l'Europa. Allora queste masse si getteranno con gioia su coloro dei quali, nella loro ignoranza, sono stati gelosi sin dall'infanzia, ne saccheggeranno gli averi e ne verseranno il sangue. A noi non recheranno danno, perché il momento dell'attacco ci sarà ben noto, e prenderemo le misure necessarie per proteggere i nostri interessi. Siamo riusciti a persuadere i Gentili che il liberalismo avrebbe dato loro il regno della ragione. Il nostro dispotismo sarà di questa specie perché avrà il potere di sopprimere le ribellioni e di sradicare con giusta severità ogni idea liberale dalle istituzioni.

Quando la plebe si avvide che in nome della libertà le venivano concessi diritti di ogni genere, si immaginò di essere la padrona e tentò di assumere il potere. Naturalmente s'imbattè come un cieco qualsiasi, in ostacoli innumerevoli. Allora, non volendo tornare al regime di prima, depose il suo potere ai nostri piedi.

Ricordatevi della rivoluzione francese, che chiamiamo la Grande Rivoluzione: ebbene, tutti i segreti della sua preparazione organica ci sono ben noti, essendo lavoro delle nostre mani. Da allora in poi abbiamo fatto subire alle nazioni una delusione dopo l'altra, cosicché esse dovranno perfino rinnegarci, in favore del Re Despota, uscito dal sangue di Sionne [= Sion= Gerusalemme - n.d.r.], che stiamo preparando al mondo.

(ProtocolloIII, nella versione italiana curata nel 1921 da Giovanni  Preziosi, citato in R. Piperno,  L'antisemitismo moderno, Rocca San Casciano, Cappelli, 1964, pp. 164-166)

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