I miei nonni romagnoli
Questa è la storia di Italina Raffaeli e Mario Angelini, tutti e due originari della provincia di Forlì, Italina di Meldola e Mario di Forlimpopoli. Come tanti emigrati, i miei nonni lasciarono la loro terra e i loro affetti durante la difficile situazione italiana del dopoguerra. Mio nonno aveva partecipato alla guerra italo-turca (1911-1912) e alle battaglie della Grande Guerra del 1915-1918. Nel 1925 decisero di emigrare in America con la figlia Idiana di quattro anni e si imbarcarono sulla nave Principe Udine. Si stabilirono a San Francisco, nella provincia di Córdoba, in Argentina.
Mio nonno Mario trovò lavoro come operaio in una fabbrica di scarpe e si mise presto in proprio come calzolaio. Lavorò anche come operaio nella più grande fabbrica di pasta alimentare del Sudamerica dove erano impiegate 400 persone. Il proprietario era un bolognese, Ricardo Tampieri. I miei nonni mi raccontavano che per le feste di Natale, la fabbrica riempiva grandi scatole con tutte le varietà di pasta: le scatole venivano poi inviate in Italia, su speciale richiesta degli italiani residenti qui. Mia nonna invece avviò un’attività come sarta assieme a suo fratello che era arrivato in Argentina un anno prima.
Nel 1930 nacque la loro seconda figlia, mia mamma Esther. Quando Esther compì tre anni, i miei nonni, spinti dalla nostalgia dell’Italia, decisero di ritornare. Ma un anno più tardi, salirono nuovamente sulla nave per l’Argentina, prendendo la decisione definitiva che questa sarebbe stata la loro terra, un paese pacifico, che col tempo, dopo anni di duro lavoro di entrambi, gli avrebbe dato la possibilità di costruirsi una casa propria. Alla fine della seconda guerra la famiglia Angelini accolse nella propria casa altri parenti che venivano dall’Italia in cerca di una speranza.
I miei nonni sono stati molto riconoscenti verso la terra che li ha accolti, ma nel loro cuore è sempre stata forte la nostalgia per tutto quello che hanno lasciato al di là dell’oceano, un sentimento che li ha accompagnati fino alla fine della loro vita.