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L'annuncio dell'internamento degli ebrei stranieri
Nella seduta della giunta dell’Unione delle Comunità Israelitiche Italiane tenutasi il 30 maggio 1940, il presidente Dante Almansi comunicò le intenzioni del governo fascista di rinchiudere gli ebrei stranieri in uno speciale campo di concentramento, che era in via di allestimento a Ferramonti di Tarsia (in provincia di Cosenza). La collocazione geografica di questo campo – all’estremità meridionale della penisola – permise la salvezza della maggior parte degli internati, che sfuggirono all’occupazione tedesca e furono liberati dagli inglesi il 14 settembre 1943. Almeno 141 ebrei concentrati a Ferramonti, però, erano stati in precedenza trasferiti nell’Italia centro-settentrionale. Arrestati dai nazisti, furono deportati in Germania verso la fine del 1943. Tornarono in 11.
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Gli ebrei in Italia negli anni 1939-1943
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Approfondimenti
L'annuncio ufficiale dell'apertura del campo di Dachau
I primi campi di concentramento non furono per nulla tenuti nascosti. Anzi, in molti casi, l’apertura di un nuovo lager era preceduto da una conferenza stampa. Nel caso di Dachau, Himmler rilasciò una dichiarazione ufficiale, riportata il 21 marzo 1933 (martedì) dai principali giornali bavaresi, tra cui il Münchner Neueste Nachrichten. L’obiettivo di questi annunci pubblici era duplice. Da un lato, i nazisti volevano incutere terrore a tutti gli oppositori politici, ma dall’altro sapevano di riscuotere ampio consenso tra tutti coloro che volevano ripulire la Germania dai comunisti, dai disfattisti e dai delinquenti.
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Il Lager di Dachau
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Approfondimenti
L'antisemitismo come alibi dei generali
Nell’agosto 1915, dopo aver conquistato la Polonia russa, i tedeschi marciarono in direzione di Riga, capitale della Lettonia. I generali dell’esercito russo intensificarono più che mai le deportazioni degli ebrei, che divennero comodi capri espiatori degli insuccessi militari di un impero arretrato e moribondo. Il testo seguente è tratto da un resoconto fornito dal ministro dell’Interno, principe Shcerbatov, ad alcuni suoi colleghi.
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Internamento e violenze contro i civili
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Approfondimenti
L'antisemitismo dei gesuiti
Secondo i gesuiti di Civiltà Cattolica, la Rivoluzione francese era una sorta di condensato di tutti gli errori moderni e il segnale più evidente che, dietro l'intero movimento, stavano gli ebrei. Infatti, in nome dei diritti dell'uomo e del cittadino (cioè del principio di uguaglianza, secondo cui tutti gli uomini e tutti i cittadini devono godere dei medesimi diritti, oltre ad avere i medesimi doveri) l’Assemblea Nazionale Costituente aveva proclamato nel 1791 la completa eliminazione di ogni restrizione civile e giuridica nei confronti degli israeliti. Per i gesuiti, il loro obiettivo era quello di scalzare le fondamenta cristiane della società europea: senza fede, essa sarebbe caduta nelle grinfie del giudaismo, prima di sprofondare nelle barbarie del socialismo. L’articolo che riportiamo fu pubblicato nel 1890.
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Il complotto ebraico
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Approfondimenti
L'antisemitismo della ragione
Mentre ancora lavorava per l’esercito come agente di propaganda, incaricato di indottrinare i soldati bavaresi in senso nazionalistico e anti-bolscevico, Hitler ricevette dal capitano Karl Mayr, suo diretto superiore, l’incarico di fornire ad un suo ex-collega (Adolf Gemlich) alcuni chiarimenti sulla questione ebraica. La lettera scritta da Hitler a Gemlich il 16 settembre 1919 è il primo documento politico di Hitler che si sia conservato fino a noi. Rivela un Hitler ormai pienamente maturo, che ha già elaborato con chiarezza alcune delle sue idee fondamentali: quelle che saranno esposte in modo sistematico in Mein Kampf (nel 1924-1925) e a cui il Führer sarebbe rimasto fedele fino alla propria morte, nel 1945.
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La Baviera tra comunisti e nazionalisti
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Approfondimenti
L'antisemitismo redentivo di Hitler
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Appendice
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Appendice "L'ideologia nazista e il razzismo fascista"
L'antisemitismo tedesco: un fenomeno di massa?
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L'ideologia nazista e il razzismo fascista
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Hitler alla conquista del potere
L'antisemitismo ucraino, in una testimonianza letteraria
A distanza di tempo, nel romanzo Vita e destino (completato nel 1960) Grossmann assunse un atteggiamento sempre più critico nei confronti del sistema sovietico. Si fecero ancora più forti, invece, l’ammirazione per l’eroismo dei semplici soldati (disposti a sacrificarsi per la libertà della Russia) e la compassione per gli ebrei sterminati (che il regime staliniano non riconosceva come bersaglio speciale e privilegiato della violenza nazista). In questa pagina, Grossman racconta la vicenda esemplare dell’ormai anziana dottoressa Sof’ja Osipovna, e di David, un bambino che è stato catturato senza i genitori e si è affezionato a Sof’ja. Insieme a mille altri, si spogliano e affrontano la morte nella camera a gas. Raccontarne l’esperienza fino all’ultimo respiro è un modo per dare volto e identità umana a soggetti che rischiano di diventare un’unica massa indistinta, un puro dato statistico.
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Vasilij Grossman, testimone e narratore della shoah
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Approfondimenti
L'appello dell'Anfaa
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Garante per l'infanzia e l'adolescenza
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Notizie
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"Garantire alle madri di figli adottati il diritto all'oblio"
L'APPELLO. I compagni di Giuseppe Di Matteo
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Legalità
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Eventi legalità
L'Appennino nelle foto di William Vivarelli
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Mostre in Assemblea
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2018
L'applauso finale
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Amici di conCittadini
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Mafie in Emilia-Romagna. Dialogo con gli studenti
L'applauso...della platea
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Gli altri siamo noi. Cittadinanza globale e diritti umani fra stereotipi e pregiudizi
L'approccio tradizionale
Nell’importante raccolta di documenti che pubblicò in Germania nel 1957, lo storico tedesco Walther Hofer recepì e contribuì a diffondere l’informazione secondo cui i morti di Auschwitz erano “da tre a quattro milioni”. Tuttavia, si noti la sensibilità con cui Hofer tratta il problema, invitando a non dimenticare che dietro i numeri stanno gli individui, le persone: uomini e donne reali, che hanno sofferto e sono stati uccisi.
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Il numero delle vittime
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Approfondimenti
L'appuntamento
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VERITÀ STORICA E VERITÀ PROCESSUALE. La banda della Uno bianca. Incontro con Valter Giovannini
L'arianizzazione dell'economia tedesca: moderati e radicali
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Appendice
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Appendice "L'ideologia nazista e il razzismo fascista"
L'arresto del rabbino di Düsseldorf
Max Eschenbacher venne arrestato nella sua casa da un gruppo di SA. Per comprendere gli slogan più frequentemente usati dai militanti nazisti durante la Kristallnacht, occorre ricordare che – come pretesto per scatenare le violenze – venne assunta l’uccisione di un funzionario dell’ambasciata tedesca, compiuta a Parigi da un giovane ebreo polacco, esasperato per le violenze subite dai suoi genitori. Come molti altri ebrei arrestati il 9-10 novembre 1938, anche il rabbino Eschenbacher fu rilasciato (il 22 novembre) dopo circa due settimane di custodia cautelare in lager.
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La piena maturità del sistema
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Approfondimenti
L'arresto di Solzenicyn
Aleksandr Solgenicyn fu arrestato in Prussia Orientale, il 19 febbraio 1945, quando era ufficiale carrista dell’Armata Rossa. La ragione dell’arresto va cercata in alcuni giudizi politici critici, che aveva esposto in una lettera inviata ad un amico. Fu processato con l’accusa di "aver condotto fin dal 1940 propaganda antisovietica e di aver partecipato a un’organizzazione creata allo scopo di compiere atti antirivoluzionari". Condannato a otto anni di lavoro forzato (più tre di confino), lo scrittore fu deportato in Kazachstan, ove rimase in lager fino al 1953.
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La vittoria di Stalin
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Approfondimenti
L'arrivo a Ravensbrück di una donna italiana
Maria Massariello Arata è nata a Massa nel 1912, ma visse a Milano, dove fu arrestata il 4 luglio 1944, per propaganda antifascista e sostegno ai partigiani. Come Lidia Beccaria Rolfi, anche lei fu dapprima catturata dai militi fascisti. Consegnata ai tedeschi, arrivò a Ravensbrück l’11 ottobre 1944.
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Il Lager e l'economia di guerra
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Approfondimenti
L'arte come ponte per la memoria per i 40 anni dall'attentato alla stazione
Una ‘maratona social’ dalle 10.25 di domenica (2 agosto) con musicisti, attori e scrittori e un progetto di arte pubblica con murales e installazioni urbane
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2 agosto 1980 - il portale
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