Katyn: le prove della responsabilità tedesca

Fino al crollo dell’Unione Sovietica, i dirigenti comunisti hanno sempre cercato di negare le responsabilità russe nel massacro di Katyn e cercato di addossare quel crimine ai tedeschi. Dopo la fine del regime, dagli archivi segreti sovietici emerse finalmente una serie di documenti, che provò senza ombra di dubbio come l’eccidio di circa 4500 ufficiali eliminati a Katyn facesse parte di un progetto più vasto, che provocò la morte di ben 25 000 polacchi (intellettuali, ufficiali, docenti universitari, imprenditori, poliziotti, preti…). Uno dei documenti più interessanti è una lettera scritta da Laurentij Berija (responsabile della polizia politica) il 5 marzo 1940, indirizzata a Stalin. Lo stesso giorno, il Politburo approvò tutte le proposte di Berija, compresa la fucilazione degli ufficiali.

Nei campi per prigionieri di guerra del Nkvd [= la polizia politica – n.d.r.] dell’Urss e nelle prigioni delle regioni occidentali di Ucraina e Bielorussia, al momento attuale si trova un numero consistente di ex ufficiali dell’esercito polacco, ex dipendenti della polizia polacca e dei servizi segreti, membri di partiti nazionalisti polacchi controrivoluzionari e organizzazioni controrivoluzionarie di resistenza, traditori e altri. Sono tutti nemici giurati del potere sovietico, pieni di odio verso il sistema sovietico.

Gli ufficiali prigionieri di guerra e gli agenti di polizia che si trovano nei campi tentano di continuare l’attività controrivoluzionaria, svolgendo agitazione antisovietica. Ciascuno di loro non aspetta che di essere liberato per avere la possibilità di prendere parte attiva alla lotta contro il potere sovietico.

Gli organi del Nkvd hanno scoperto nelle regioni occidentali di Ucraina e Bielorussia una rete di organizzazioni controrivoluzionarie di resistenza. In tutte queste organizzazioni controrivoluzionarie hanno svolto un ruolo direttivo ufficiali dell’ex esercito polacco , ex agenti di polizia e gendarmi.

Fra i traditori e i violatori della frontiera nazionale che sono stati catturati si è pure individuata una considerevole quantità di persone appartenenti a organizzazioni controrivoluzionarie spionistiche e di resistenza.

Nei campi per i prigionieri di guerra si trovano in tutto (senza contare i soldati e il corpo sottufficiali) 14 736 ex ufficiali, funzionari, proprietari fondiari, agenti di polizia, gendarmi, guardie carcerarie e agenti segreti, la cui nazionalità per una percentuale superiore al 97% è polacca.

Di questi:
- Generali, colonnelli e tenenti colonnelli – 295
- Maggiori e capitani – 2080
- Tenenti e sottotenenti – 6049
- Ufficiali e sottufficiali di polizia, guardia di frontiera e gendarmeria – 1030
- Poliziotti, gendarmi, guardie carcerarie e agenti dei servizi segreti – 5138
- Funzionari, proprietari terrieri e preti cattolici – 144

Nelle prigioni delle regioni occidentali di Ucraina e Bielorussia si trovano in tutto 18 632 detenuti (tra cui 10 685 polacchi) dei quali:
- Ex-ufficiali – 1027
- Ex-agenti della polizia segreta e gendarmi – 5141
- Spie e sabotatori – 347
- Ex-proprietari terrieri, imprenditori e funzionari – 465
- Membri di varie organizzazioni controrivoluzionarie e di resistenza e di diversa matrice controrivoluzionaria – 5345
- Traditori – 6127

A partire dal fatto che sono tutti nemici inveterati e incorreggibili del potere sovietico, il Nkvd dell’Urss ritiene necessario:

I. Sottoporre al Nkvd dell’Urss:

1.  I casi relativi ai 14 700 detenuti che si trovano nei campi per prigionieri di guerra: ex ufficiali polacchi, funzionari, proprietari terrieri, agenti di polizia e dei servizi segreti, gendarmi e guardie carcerarie,

2.  e parimenti i casi relativi ai circa 11 mila detenuti che si trovano nelle prigioni delle regioni occidentali di Ucraina e Bielorussia: membri di diverse organizzazioni spionistiche e sabotatrici, ex proprietari terrieri, imprenditori, ex ufficiali polacchi, funzionari e traditori

3.  esaminare i casi secondo una procedura speciale, applicando nei confronti dei detenuti la più alta misura punitiva: la fucilazione.

II. Condurre l’indagine relativa ai singoli senza mandare i detenuti a processo, senza elevare a loro carico capi d’imputazione, senza documentare la chiusura dell’istruttoria e senza formulare accuse, con la seguente procedura:
a)per i prigionieri di guerra che si trovano nei campi, secondo le informazioni fornite dalla Direzione per gli Affari dei prigionieri di guerra del Nkvd della Repubblica Socialista Ucraina e della Repubblica Socialista Bielorussa.

III. Affidare l’esame dei casi e la decisione a una trojka [= commissione di tre elementi – n.d.r.] costituita dai compagni Merkulov, Kobulov, Bastakov (responsabili della prima sezione speciale del Nkvd in Urss).

(V. Zaslavsky, Pulizia di classe. Il massacro di Katyn, Bologna, Il Mulino, 2006, pp. 37-39)

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