Approfondimenti

Kiev: l'ordinanza del 28 settembre 1941
In previsione del grande eccidio di Babi Yar, i tedeschi affissero un’ordinanza che ordinava agli ebrei di radunarsi, il giorno seguente, all’angolo tra due strade di Kiev. L’ordinanza fu predisposta in fretta. Un testimone ricorda che era stampata su una brutta carta da pacchi grigia; inoltre, mentre esistevano due strade che si chiamavano Melnikov e Degtjarev, nessuna via della capitale ucraina portava i nomi presenti nell’ordinanza tedesca.
La partenza da Kiev e l'eccidio, in una ricostruzione russa
All’alba del 29 settembre, migliaia di ebrei si radunarono, convinti di partire per essere reinsediati, e certo del tutto inconsapevoli dell’intenzione nazista di eliminarli in massa. I testimoni ricordano una fiumana enorme di persone, che lentamente uscì dalla città, diretta verso il burrone denominato Babij Jar. Il passo seguente è tratto dal Libro nero, un accurato resoconto della Shoah in URSS predisposto da V. Grossman e I. Erenburg. I passi in corsivo furono cancellati dalla censura (che comunque, in un secondo momento, vietò la pubblicazione di tutto il testo).
L'eccidio di Babij Jar, in una ricostruzione tedesca
In qualità di membro del Sonderkommando 4a, dell’Einsatzgruppe C, Kurt Werner testimoniò dopo la guerra e descrisse in modo particolareggiato le modalità con cui fu condotto il massacro dei 33 771 ebrei uccisi a Babij Jar.
L'ordine di Antonescu
Il 24 ottobre 1941, imparata la notizia dell’attentato di Odessa, il dittatore romeno Ion Antonescu emanò un’ulteriore disposizione, denominata Ordine n. 563, che rimase poi negli archivi militari romeni, malgrado l’ordine di distruggerlo.
Zoom immagine
Unione Sovietica, 1941. Assassinio di civili in una regione imprecisabile (forse in Lituania). Si noti, sulla destra, la presenza di un gruppo di curiosi che assistono alla scena dell’esecuzione.

Azioni sul documento