Ministro cooperazione Saharawi vede Intergruppo Assemblea: impegno della Regione per altri 3 anni

28.04.2017

Ministro cooperazione Saharawi vede Intergruppo Assemblea: impegno della Regione per altri 3 anni

“E’ anche grazie all’aiuto della Regione Emilia-Romagna se stiamo rompendo l’isolamento del nostro territorio e facendo conoscere al mondo la causa Saharawi”. Sono le parole del ministro della Cooperazione della Rasd (Repubblica araba democratica Saharawi), Bulhai Moamed Fadel, in visita a Bologna per incontrare le associazioni e gli enti dell’Emilia-Romagna amici del popolo Saharawi. Ieri il ministro ha incontrato il membro dell’Ufficio di presidenza dell’Assemblea legislativa Yuri Torri. Il consigliere regionale, dell’Intergruppo di amicizia dell’Assemblea col popolo Saharawi, anche a nome della presidente Simonetta Saliera ha confermato l’impegno dell’Emilia-Romagna verso l’area di crisi nordafricana anche nel prossimo piano triennale di internazionalizzazione. Il “popolo del deserto” è in attesa di un referendum per la sua indipendenza da ormai 26 anni.

“Abbiamo resistito in pace tutti questi anni perché pensiamo di avere un diritto: quello di restare uniti sotto la nostra identità”, ha spiegato il ministro Fadel in occasione del Tavolo Paese che coordina tutti i soggetti della cooperazione decentrata emiliano-romagnoli, e in presenza di alcuni membri dell’Intergruppo dell’Assemblea, tra cui Barbara Lori, Silvia Prodi, Igor Taruffi, Yuri Torri e Luca Sabattini.

Durante l’incontro, il ministro della Rasd ha ricordato che entro il mese di aprile si discuterà della causa Saharawi nel Consiglio di sicurezza Onu per la nomina del nuovo rappresentante del Sahara occidentale che sostituirà Christopher Ross, mentre la missione Minurso (Caschi blu Onu) è già stata prorogata di un anno. Si chiederà inoltre il rilancio del negoziato tra Marocco e Fronte Polisario, l’ala politico-militare della Rasd. Questione spinosa, perché nonostante siano passati ormai 40 anni dalla guerra, la popolazione del Sahara occidentale è ancora costretta a vivere nei campi profughi algerini, e vede il suo territorio diviso in due da un muro: dalla parte costiera il Marocco, dall’altra il deserto.

Negli ultimi due anni, con le altre emergenze mondiali, gli aiuti umanitari per i Saharawi sono diminuiti, come spiega il ministro Saharawi Fadel, precisando subito che “l’Emilia-Romagna però si dimostra sempre solidale”. Nel 2016 la Regione ha finanziato quattro progetti (uno sulla formazione-lavoro; uno sullo sport e l’educazione; uno sull’assistenza sanitaria e materno-infantile e infine uno per una scuola nelle città liberate) per un totale di 170 mila euro. Sono anche previste ulteriori risorse da investire nel campo della protezione civile – per la gestione di emergenze come incendi e incidenti stradali e per la formazione di vigili del fuoco e polizia.

A luglio di quest’anno l’esperienza Saharawi verrà anche portata in Europa per l’Assise di Cooperazione decentrata organizzato dalla Commissione europea e dal Comitato europeo delle regioni.

(Francesca Mezzadri)

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