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Il commento di Solzenicyn
In Arcipelago Gulag, Aleksandr Solzenicyn analizza in modo ampio e dettagliato l’art. 58, commentando ogni comma in modo sarcastico e mettendo in luce (con precisi esempi) come ciascun punto si prestasse ad un’interpretazione estensiva. Riportiamo le pagine iniziali della sua analisi.
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La riorganizzazione del sistema concentrazionario
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Approfondimenti
L'articolo 58 del codice penale
Nei lager degli anni Trenta, i prigionieri erano sostanzialmente di tre tipi. Il primo gruppo comprendeva i criminali comuni, il secondo coloro che avevano infranto uno dei numerosi regolamenti che lo Stato introdusse negli anni della collettivizzazione delle campagne (legge sui passaporti interni; legge relativa al divieto di danneggiare la proprietà socialista, ecc.). Il terzo tipo di deportati erano i politici, accusati di essere controrivoluzionari, sulla base dell’articolo 58 del Codice penale approvato il 25 febbraio 1927. I commi 1a, 1b, 1c, 1d furono aggiunti il 20 luglio 1934.
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Approfondimenti
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Stalin e il GULag
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La riorganizzazione del sistema concentrazionario
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I campi di concentramento nel Novecento
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Stalin e il GULag
Il pane di un altro
Lo scrittore Varlam Salamov (1907-1982) trascorse circa vent’anni nei lager sovietici. In questo breve racconto, l’autore rende con estrema chiarezza la facilità con cui la dura condizione di vita nel lager poteva spingere i detenuti a perdere ogni sentimento di solidarietà reciproca. Riuscire a non mangiare la razione del compagno, malgrado la terribile fame: questa la prova che deve superare il protagonista, pena la perdita della propria dignità umana.
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Il problema dell'alimentazione
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Approfondimenti
Il sistema delle razioni
Negli anni Trenta, nei lager sovietici fu introdotto un nuovo sistema di razioni alimentari, fornite ai deportati in rigida proporzione rispetto al lavoro svolto. Il passo che riportiamo è di Olga Adamova-Slozberg, che visse in lager dal 1936 al 1956. La scena seguente si svolge nella regione della Kolyma (Siberia nord-orientale).
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Il problema dell'alimentazione
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Approfondimenti
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Stalin e il GULag
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Il problema dell'alimentazione
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I campi di concentramento nel Novecento
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Stalin e il GULag
La condizione dei kulak deportati
Nel 1930, moltissimi contadini deportati come kulak inviarono al governo, al partito o ad altri enti lettere di protesta, in cui denunciavano le terribili condizioni in cui erano costretti a vivere insieme alle loro famiglie. Per ovviare a questa situazione (che spingeva alla fuga migliaia di deportati e non permetteva uno sfruttamento razionale del lavoro dei deportati) nel 1931 l’intero complesso delle colonie di confinati speciali fu affidato al controllo della OGPU. La lettera seguente è datata 25 aprile 1930 e fu inviata dalla regione degli Urali alla Croce rossa politica, un’organizzazione che forniva assistenza materiale e giuridica ai detenuti politici. L’autore è ignoto.
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Dirigenti e comandanti
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Approfondimenti
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Stalin e il GULag
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Dirigenti e comandanti
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I campi di concentramento nel Novecento
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Stalin e il GULag
La costruzione del Belomorkanal tra propaganda e realtà
Nelle pagine di Arcipelago Gulag in cui descrive la costruzione del canale Mar Bianco-Mar Baltico, Solzenicyn imita volutamente il tono retorico con cui essa fu celebrata dalla propaganda di regime. Nel contempo, l’autore svela la drammatica realtà di quella grandiosa opera di ingegneria, costruita praticamente a mani nude, dal duro lavoro dei prigionieri.
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Il canale Mar Bianco-Mar Baltico
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Approfondimenti
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Stalin e il GULag
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Il canale Mar Bianco-Mar Baltico
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I campi di concentramento nel Novecento
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Stalin e il GULag
La mentalità dei sostenitori di Stalin
Margarete Buber-Neumann era una comunista tedesca. Riparò in Unione Sovietica per sfuggire al nazismo, ma venne arrestata e spedita nel campo di lavoro di Karaganda, nel Kazakistan siberiano. Le sue memorie vennero pubblicate a Stoccolma nel 1948 . Nel passo che riportiamo affronta il tema della mentalità dei comunisti sovietici (in questo caso un gruppo di donne, imprigionate insieme all'autrice) coinvolti nelle purghe staliniane degli anni Trenta. La Buber-Neumann rimase colpita, soprattutto, dal fatto che pochissime delle sue compagne di sventura assumevano un atteggiamento apertamente critico e polemico nei confronti del Partito e della dittatura di Stalin.
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Il grande terrore
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Approfondimenti
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Il grande terrore
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I campi di concentramento nel Novecento
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Stalin e il GULag
Il trasferimento in mare per Kolyma
Evgenia Semionovna Ginzburg fu arrestata nel 1937, quando aveva poco più di trent’anni, e trascorse più di 18 anni – come dice lei stessa – là, cioè in prigioni, punti di smistamento, campi di lavoro correzionale. Come migliaia di altri detenuti, fu deportata anche nella regione di Kolyma, per raggiungere la quale era necessario percorrere in nave (sul vecchio piroscafo Curma) l’ultimo pezzo di tragitto, da Vladivostok al porto di Magadan. La scena seguente va collocata nel 1940 circa (l’autrice non offre indicazioni cronologiche precise).
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Kolyma
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Approfondimenti
Il freddo estremo di Kolyma
Nei racconti di Varmam Salamov (arrestato nel 1937 e liberato nel 1951), il freddo micidiale della Siberia nord-orientale diventa metafora di un altro ben più terribile gelo, presente a Kolyma: quello della totale indifferenza per le sofferenze umane.
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Kolyma
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Approfondimenti
Il primo impatto col lavoro a Kolyma
Condannata a scontare cinque anni di lager, Margarete Buber-Neumann sta per partire col treno, diretta nel Kazachstan siberiano. Sul medesimo treno – siamo nel 1939 – incontra un gruppo di detenuti (tedeschi come lei) in partenza per l’ancor più remota regione di Kolyma.
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Kolyma
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Approfondimenti
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