La visita di Gork'ij

La diffusione delle notizie
Isole Solovki, 20 giugno 1929. Maksim Gor’kij (l’uomo più anziano, al centro), al Monte Sekira, nei pressi della scala santa di 365 gradini che conduce alla base dell’altura. Evadere dalle Solovki era molto difficile. Occorreva costruire di nascosto una zattera e poi uscire in mare aperto, in autunno, quando le ore di luce diminuivano, le nebbie si facevano più fitte e frequenti, ma il mare era ancora navigabile. L’unica vera speranza di successo, comunque, consisteva nell’incontrare casualmente una nave straniera di passaggio.

Oppure, si poteva tentare la fuga da Kem’, ove un detenuto (di cui non conosciamo il nome) - inviato lì per caricare del legname - riuscì a imbarcarsi su un piroscafo inglese e a raggiungere l’Inghilterra. La sua testimonianza di prima mano ebbe vasta eco: imparate le modalità con cui avveniva il lavoro nei boschi, Gran Bretagna e Stati Uniti posero l’embargo all’importazione di legname dall’URSS.

I dirigenti sovietici furono costretti a procedere ad una vasta opera di contro-propaganda. Mentre la stampa sovietica e i principali giornali comunisti europei ribadirono che quello delle Solovki era un campo correzionale, in cui i detenuti lavoravano 8 ore, in condizioni migliori di quelle degli operai sfruttati dalla borghesia capitalista, si decise di inviare sulle isole Maksim Gork’ij, scrittore di fama internazionale.

Gork'ij alle Solovki

La visita ebbe luogo dal 20 al 23 giugno 1929. Tutto fu attentamente preparato, in modo che lo scrittore non vedesse nulla di sgradevole o di brutale. Gli alloggi, di solito sovraffollati, furono sfoltiti inviando moltissimi detenuti nei boschi, mentre l’infermeria venne ripulita e risistemata. Gork’ij fu condotto persino sul Monte Sekira, da dove ovviamente erano stati cancellati tutti i segni della violenza che ordinariamente veniva praticata in quel luogo. Sulla collina, Gork’ij incontrò un gruppo di detenuti che leggevano il giornale. Per mostrare che lo scenario era del tutto falso, scelsero di tenerlo davanti a sé rovesciato. Gork’ij se ne accorse, si avvicinò a un detenuto e sistemò il foglio nella posizione giusta.

Più tardi, si avvicinò allo scrittore un ragazzino di quattordici anni. Gli disse esplicitamente: "Senti Gork’ij. Tutto quello che vedi non è vero. Vuoi sentire la verità? Te la devo raccontare?". Gork’ij accettò e si trattenne col ragazzo per circa mezzora. Tuttavia, non scelse di sfidare il potere sovietico. Al suo ritorno a Mosca, scrisse una relazione in cui le Solovki erano presentate come un luogo straordinario per efficienza e capacità di recuperare alla vita civile i soggetti incapaci di accettare e comprendere il nuovo regime.

Tutti i testimoni rinfacciano a Gork’ij non solo la sua codardia, ma soprattutto di aver preso sotto la propria protezione il ragazzo quattordicenne, che fu immediatamente eliminato.

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