Il saggio di Gork'ij
[In alcune delle stanze ho visto] quattro o sei letti, ciascuno ornato di oggetti personali... Ci sono fiori sui davanzali. Non si ha l’impressione che la vita sia sottoposta a regole troppo rigide. E non somiglia affatto a una prigione, anzi sembra che le stanze siano abitate da prigionieri tratti in salvo da una nave naufragata. [...] Se una società europea cosiddetta colta osasse effettuare un esperimento come questa colonia, e se questo esperimento desse dei frutti come ha fatto il nostro, tale paese darebbe fiato a tutte le sue trombe per vantarsi dei propri successi.
(A. Applebaum, Gulag. Storia dei campi di concentramento sovietici, Milano, Mondadori, 2004, pp. 72-73. Traduzione di A. Dalla Fontana)