La prigione del campo

Il monte Sekira
Isole Solovki, 2000. La chiesa della Ascensione, sul Monte Sekira. Sekira significa scure, ascia. Porta questo nome l’altura più alta dell’Isola Grande, un piccolo monte sul quale nel XV secolo – secondo la leggenda – gli angeli presero a frustate una donna che era approdata alle Solovki per tentare i monaci. Nel XIX secolo, venne costruita in cima alla montagna una chiesa dedicata all’Ascensione di Cristo. Sulla sommità dell’edificio, venne infine posto il faro: dal monte, infatti, si domina tutta l’isola, mentre giungendo dal mare esso è il primo elemento che si staglia sull’orizzonte.

Nel lager, le torture gratuite e arbitrarie erano molto frequenti. Molte testimonianze ricordano l’esposizione di un detenuto, completamente nudo, alle zanzare, vero flagello delle Isole Solovki, ieri come oggi. L’intero corpo si ricopriva di piaghe e il dolore era così acuto che molti non riuscivano a sopportarlo, perdevano i sensi e a volte persino la vita. Oppure, si obbligava un detenuto a restare seduto in equilibrio per ore sopra un palo orizzontale (detto pertica), impedendogli qualsiasi azione e negandogli persino la possibilità di recarsi alla latrina.

Nel sistema del lager, però, la chiesa sul monte Sekira occupava un posto speciale, in quanto venne adibita a prigione, cioè a luogo di condanna penale e di esecuzioni capitali.

Le fucilazioni

Le infrazioni ritenute più gravi comportavano sanzioni pesantissime. All’interno della chiesa situata sul Monte Sekira, funzionava un vero tribunale politico, che poteva emettere sentenze: poteva decidere, ad esempio, un prolungamento della pena detentiva, oppure la fucilazione del detenuto.

Alla fine di ottobre del 1929, si verificò uno degli episodi più gravi di tutta la storia del campo. Volendo intimorire i detenuti, dopo un fallito tentativo di evasione da parte di due prigionieri, dopo la loro cattura vennero uccisi numerosi deportati. Il numero preciso è discusso: molte testimonianze (Lichacev, ad esempio) parlano di circa 300; più probabilmente, però, i fucilati non superarono la cinquantina. In questo caso, l’esecuzione non avvenne sul Monte Sekira, ma nei pressi del monastero, da cui fu prelevata la maggior parte dei detenuti eliminati.

Sul Monte Sekira, venne infine commesso un altro tipo di crimine. Un numero imprecisabile di prigionieri venne gettato giù da una lunga scala di 365 gradini, che portava fino alla base della collina. Queste uccisioni erano poi ufficialmente fatte passare per incidenti.

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