Il Miacetto

MiacettoIl Miacetto è un dolce tipico di Cattolica, in provincia di Rimini, composto da noci, uva sultanina, mandorle, pinoli, miele, zucchero, rumgiulen piuttosto farinoso (cruschello), scorza di agrumi.  In origine era un dolce confezionato per le feste natalizie, ma col passare del tempo ha finito con l'essere preparato anche durante tutto il resto dell'anno. Ed è talmente amato da essersi guadagnato addirittura un sito web: www.miacetto.it

Quali sono le origini di questo dolce? I suoi ingredienti, fanno del Miacetto uno di  quei cibi che si usavano nei digiuni e che il medico romano Paolo Zacchia nella sua opera "Il vitto quaresimale", nell’anno 1637, pone all’inizio della sua dissertazione specificando che : "è costume né digiuni prendere alcune cose condite col miele, o anche col zucchero, e alcune spezie, come sono scorze di cedro, di melarancia, le stesse melarance verdi, e tenere e se altre cose vi sono simili a queste. Invece di questi si usano i mostaccioli fatti di diverse maniere o con miele, o con zucchero e spezie, panpepato e altre composizioni da queste poco differenti". Il miacetto è quindi il tipico dolce della vigilia di Natale confezionato rigorosamente con ingredienti che non "rompono" l’astinenza richiesta dalla Chiesa nei tempi quaresimali, con tutta probabilità è da collegarsi al migliacito termine del gergo culinario veneziano usato ad indicare dolci realizzati con l’aggiunta di farine "leganti" (rumgiolèn, crusca, miglio brillato farina di castagna, ecc.) e descritto nella sua esecuzione già in un anonimo trattato di cucina del secolo XV.

Dicevamo che il Miacetto, miacet in dialetto, è  da noci, uva sultanina, mandorle sgusciate e tostate, pinoli, miele, zucchero, rumgiulen piuttosto farinoso (cruschello), scorza limone, scorze arancio, olio extravergine d'oliva, acqua, un pizzico di cannella e sale.

Come si fa

Sciogliere il miele nell'olio, unire l'acqua tiepida e lo zucchero, sale, cannella, l'uva (ammollata e ben scolata), le noci tritate grossolanamente, mandorle, pinoli, scorze tritate di arance e limoni. Aggiungere il rumgiulen poco alla volta fino ad ottenere una consistenza tale per cui un cucchiaio di legno rimane "in piedi". Ungere gli stampi (padelle larghe e basse) con abbondante olio d'oliva, versare il composto in modo che si spanda bene sul fondo e cuocere in forno caldissimo, preferibilmente dal fornaio.

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Il salotto  secondo l'artista Tisselli

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