L'eccidio di Babij Jar, in una ricostruzione tedesca

In qualità di membro del Sonderkommando 4a, dell’Einsatzgruppe C, Kurt Werner testimoniò dopo la guerra e descrisse in modo particolareggiato le modalità con cui fu condotto il massacro dei 33 771 ebrei uccisi a Babij Jar.

L’intero commando, ad eccezione di una sentinella, si mise in marcia quel giorno verso le 6 di mattina, diretto al luogo di queste esecuzioni. Io ero su un camion Si doveva portar via tutto quello che era disponibile. Proseguimmo per venti minuti in direzione nord e ci fermammo su una strada lastricata fino in aperta campagna, dove terminava. Là era riunito un grandissimo numero di ebrei ed era stato anche disposto un luogo dove gli ebrei dovevano depositare gli abiti e il bagaglio. Dopo un chilometro vidi una grande voragine naturale. Il terreno era sabbioso. La voragine era profonda circa 10 metri, lunga circa 400, larga in alto circa 80 metri e in basso 10.

Subito dopo il mio arrivo sul terreno delle esecuzioni dovetti scendere con altri camerati in questa conca. Non passò molto tempo che già i primi ebrei ci vennero condotti giù per le pareti della voragine lungo le quali dovettero sdraiarsi faccia a terra. Nella conca si trovavano tre gruppi di tiratori, in tutto 12. Gli ebrei venivano condotti di corsa, tutti assieme, dall’alto verso questi tiratori. Gli ebrei che seguivano dovevano sdraiarsi sui cadaveri di quelli precedentemente fucilati. I tiratori stavano di volta in volta dietro gli ebrei e li uccidevano con colpi alla nuca. Mi ricordo ancora oggi in quale stato di terrore cadevano gli ebrei che di lassù, sull’orlo della voragine, potevano per la prima volta scorgere i cadaveri sul fondo: molti gridavano forte per lo spavento.

Non ci si può nemmeno immaginare quale forza nervosa richiedesse eseguire laggiù quella sporca attività. Era una cosa raccapricciante... Dovetti rimanere tutta la mattina giù nella voragine. Lì dovetti continuare a sparare per un certo tempo, poi fui impegnato a riempire di munizioni i caricatori della pistola mitragliatrice. Durante questo tempo furono impiegati altri camerati come tiratori. Verso mezzogiorno fummo fatti uscire dalla conca e nel pomeriggio io, con altri, dovetti condurre gli ebrei fino alla conca. In questo tempo altri camerati sparavano giù nella conca. Gli ebrei venivano condotti da noi fino all’orlo della conca e da lì correvano giù da soli lungo il pendio. Tutte le fucilazioni di quel giorno possono essere durate all'incirca fino... alle 5 o alle 6 di sera. In seguito fummo riportati nel nostro alloggiamento. Quella sera fu nuovamente distribuito del liquore (grappa).

(E. Klee - W. Dressen, V. Riess, "Bei tempi". Lo sterminio degli ebrei raccontato da chi l'ha eseguito e da chi stava a guardare, Firenze, La Giuntina, 1990, pp. 56-57. Traduzione di P. Buscaglione Candela)

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