Approfondimenti

Il divieto di unione coniugale tra soggetti di razza diversa
Il decreto-legge del 19 aprile 1937 n. 880 (convertito in legge il 30 dicembre 1937), che puniva con la reclusione da 1 a 5 anni le relazioni <<d’indole coniugale>> tra cittadini italiani e donne indigene, è il primo provvedimento segregazionista preso dal regime fascista. Per certi versi, si trattò di una novità assoluta, visto che la prassi di avere una madama nera ampiamente diffuso nelle colonie italiane, e dato che la propaganda – per tutta la durata della guerra – si era spesso servita di allusioni sessuali per rendere più entusiasmante l’avventura imperiale.
Il manifesto degli scienziati razzisti
La rivista La difesa della razza, diretta da Telesio Interlandi, ebbe carattere ufficiale e fu l’organo più coerente e intransigente nel propagandare il razzismo fascista. Il numero 1, uscito il 5 agosto 1938, ospitava tra gli altri articoli programmatici anche il manifesto intitolato Il fascismo e i problemi della razza, steso da Guido Landra, rivisto dallo stesso Mussolini, ma ora firmato da dieci scienziati italiani fedeli al regime.
La supremazia della razza ariana nella propaganda fascista
Nel suo sforzo di educare gli italiani e di trasformarli in uomini nuovi integralmente fascisti, il regime fece uso di qualsiasi strumento a sua disposizione. Tra i mezzi a stampa, un posto speciale rivestì un opuscolo denominato Libro del Fascista: <<un manuale a tutti accessibile che contiene quanto è indispensabile conoscere circa la nostra Rivoluzione, il Partito, il regime, lo Stato mussoliniano>>.
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Italia, 14 luglio 1938. Il Giornale d’Italia pubblica il documento Il fascismo e i problemi della razza. Steso da Guido Landra, in questa sede il documento uscì in forma anonima.

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