"Troppi allontanamenti dalla famiglia fuori provincia"

29.05.2015

In Emilia-Romagna “la disomogenea distribuzione sui diversi territori delle comunità per minori e delle loro diverse tipologie porta a un frequente ricorso da parte dei Servizi con meno disponibilità a collocazioni fuori provincia, solo in minima parte legate ad esigenze protettive”. Questo, nonostante “l’allontanamento da persone o luoghi sia una misura di grande delicatezza che, se male eseguita o gestita, può provocare al minore danni maggiori di quelli che gli si volevano evitare”.

Lo segnala Luigi Fadiga, Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, anticipando alcuni dei risultati del report del progetto di ‘ricercAzione’ sull'adeguatezza dell'allontanamento dei minori dalla famiglia in Emilia-Romagna, realizzato dal Garante in collaborazione col Cismai, (Coordinamento italiano dei Servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia).

La ricerca aveva come obiettivo quello di favorire la creazione nel territorio regionale di un sistema di prevenzione attiva delle situazioni di maltrattamento e abuso, e dallo studio emerge come in Emilia-Romagna gli allontanamenti dalla famiglia di origine riguardino per la maggioranza dei casi minori tra gli 11 e i 17 anni. Si tratta in buona parte di ragazzi già noti ai Servizi sociali, per i quali sono stati tentati numerosi tipi di sostegno fino a che la collocazione extra familiare è diventata l’unica e ultima forma di protezione di fronte a maltrattamenti gravi come l’incuria, il maltrattamento fisico e psicologico, la violenza assistita o anche l’abuso sessuale. “A prima vista sembra che esso riguardi solo i rapporti tra bambino e genitori, in realtà ogni bambino ha un suo mondo di affetti e di legami, di persone care e di ambienti consueti: un parente o una dada o una maestra a cui è particolarmente legato, compagni di scuola e amici, la sua stanza e i suoi giocattoli- spiega Fadiga-. Tutti questi affetti e legami vengono recisi dall’allontanamento: occorre allora valutare molto attentamente costi e benefici dell’operazione, per evitare che i danni siano superiori ai vantaggi.

L’auspicio del Garante è allora che la tutela dei minori da situazioni di maltrattamento sia estesa anche all’individuazione anticipata del fenomeno, per poter scongiurare una misura che, a quanto risulta, non è solo allontanamento dalla cerchia famigliare ma anche dal contesto ambientale ed amicale nel quale il ragazzo ha vissuto fino a quel momento. “Il bambino abusato o maltrattato oggi può diventare l’adolescente disadattato di domani- avverte Fadiga-. Lo strumento penale non è l’unico e soprattutto non è il migliore per contrastare il fenomeno e per aiutare la piccola vittima”.

Tra le principali criticità, il Garante segnala “la discrezionalità tecnica dei Servizi nella scelta del luogo sicuro dove collocare provvisoriamente il bambino in attesa della decisione dell’autorità giudiziaria- riferisce-. Questo luogo non deve necessariamente essere una comunità o una struttura assistenziale, può essere preferibile in certi casi una collocazione immediata presso un parente o una persona amica”. Secondo Fadiga, per risolvere il problema basterebbero, come già accaduto in altre regioni, “buone prassi di collegamento tra pubblico ministero minorile, Tribunale minorile e Servizi, con linee guida o accordi operativi. E’ auspicabile- conclude- che ciò avvenga anche nella nostra regione, dove in questo settore si registrano purtroppo sensibili ritardi”. 

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