"Cartelloni pubblicitari pensino ai bambini"

09.07.2015

Nei primi sei mesi del 2015, il Garante regionale dell’infanzia e l’adolescenza, Luigi Fadiga, ha già ricevuto più segnalazioni per comunicazioni commerciali con contenuti non adatti alla sensibilità di bambini e ragazzi che in tutto il 2014, quando furono solo tre: infatti, più di un cittadino da gennaio ad oggi si è rivolto alla figura di garanzia dell’Assemblea legislativa regionale perché preoccupato da campagne pubblicitarie dove compaiono diverse immagini di nudo o contenuti violenti.

“Una qualsivoglia azione diretta a rimuovere tali manifesti costituirebbe un’eccessiva ingerenza nei confronti dei promotori dell’iniziativa e non sarebbe certamente rispettosa della libertà di iniziativa economica privata, sancita e garantita dalla nostra Costituzione, in cui rientra anche la libertà di scegliere lo strumento pubblicitario ritenuto più idoneo”, spiega il Garante, che però in alcuni casi ha dato ragione ai segnalanti e richiamato gli organizzatori alla necessità “di considerare sempre come preminente l’interesse del minore e dunque di curare e vigilare sui contenuti dei messaggi che si rivolgono ai minori o che possono essere da loro ricevuti”. Per altre segnalazioni, invece, non ha intravisto elementi di violazione dei diritti dell’infanzia, ma ha comunque richiamato i proponenti “al rispetto di quanto previsto dall’articolo 11 del Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale” e trasmesso copia del Protocollo d’intesa sottoscritto lo scorso 27 ottobre dall’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza e l’Istituto di autodisciplina pubblicitaria.

A fronte di una “ormai consolidata abitudine sociale a non proteggere eccessivamente le persone di minore età da immagini con un forte impatto emotivo ricorrendo alla censura delle stesse”, Fadiga ha quindi suggerito ai segnalanti di “accompagnare il minore in una consapevole e matura elaborazione dei tanti stimoli comunicativi e dei tanti contenuti ‘violenti’ che ormai caratterizzano la nostra società”. Se è infatti vero che “bambini e ragazzi sono ormai abituati a pubblicità violente e che il livello di percezione di determinati fatti o immagini si è spostato su livelli diversi e più tollerati rispetto al passato, vero è anche che immagini particolarmente crude possono creare turbamento in un pubblico facilmente impressionabile, come quello della fascia 0-9 anni, e divenire oggetto di imitazione da parte di preadolescenti e adolescenti”. A ciò si aggiunga, prosegue il Garante, che “l’esposizione ripetuta ad elevati livelli di violenza può aumentare la possibilità anche da parte di chi osserva di mettere in atto comportamenti aggressivi” e che, conclude, “anche se l'impatto della pubblicità non è mai assoluto e non è possibile individuare un chiaro rapporto di causa-effetto, è certamente necessario intervenire per contenerne i possibili effetti negativi”.

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