Ascolto, il prisma attraverso cui osservare le persone minori di età

04.05.2023

Ascolto, il prisma attraverso cui osservare le persone minori di età

“L’ascolto delle persone minori d’età rappresenta il prisma attraverso cui osservare le condizioni di benessere, il bisogno di tutela e la volontà di conoscenza di bambine/i e ragazze/i. Il preminente interesse della persona minore d’età non può trovare un’effettiva realizzazione se non è soddisfatto il diritto all’ascolto previsto dall'art. 12 della Convenzione ONU del 1989 che possiamo considerare alla base degli altri diritti fondamentali (quali quello di espressione, quelli relazionali, educativi, familiari, quello al gioco e tempo libero, alla salute e di protezione)”. La Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza Claudia Giudici ha partecipato all’iniziativa L’ascolto del minore e il suo interesse, nell’ambito di Le giornate dell’Osservatorio. Questioni e temi minorili a Ravenna organizzata dall’Università di Bologna in collaborazione con l’Osservatorio territoriale per l’Infanzia del Comune di Ravenna.

“Nonostante i tanti progressi fatti da quando la Convenzione ONU ha sancito i diritti alla partecipazione e all’ascolto - ha sottolineato Giudici - permane la debolezza della cultura e della prassi rispetto alla concretizzazione dei processi di partecipazione delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi. E sempre più spesso si verifica una sorta di paradosso: a fronte della moltiplicazione dei ruoli e dei contesti teoricamente investiti della responsabilità dell’ascolto, è crescente la constatazione del disagio di molti minori che vedono violato tale diritto, oppure situazioni in cui l’ascolto è condotto in modo metodologicamente non corretto o comunque lontano da quell’empatia necessaria a stabilire una relazione di aiuto e una costruzione comune di significati”.

A livello del sistema di garanzie e diritti si osserva che anche quando le condizioni e l’attuazione del diritto all’ascolto e alla partecipazione sono tutelati, resta aperta la necessità di una sintesi dei diversi ascolti tra i soggetti preposti che non sempre comunicano tra loro, mettendo in luce la mancanza o la debolezza strutturale delle reti istituzionali e una forte frammentazione.

La Garante ha poi proseguito con un accenno alla figura del Curatore speciale, sottolineando che è una figura divenuta particolarmente rilevante nel nuovo processo civile non solo nella sua funzione di rappresentanza processuale quanto nella sua funzione cruciale di ascolto del minore. Il Curatore speciale del minore coinvolto a vario titolo in procedimenti giudiziari, si colloca in una dinamica complessa dal punto di vista istituzionale e professionale. La peculiarità di rappresentare un minore in un processo implica un’assunzione di responsabilità delicata sia sotto il profilo deontologico che sociale e, non ultimo, educativo. Giudici ha ricordato che la legge e le norme ci indicando dei principi generali ma nulla si può dare per scontato e ogni storia conserva la sua unicità, oltre le decisioni assunte anche in sede giudiziaria.

In questi casi la funzione di ascolto è resa ancora più complessa, poiché l’interesse superiore del minore diventa spesso un paradosso da comprendere e far comprendere... La funzione di ascolto è una fonte di apprendimento continuo.

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