A Belém l’eredità dell’architetto bolognese del Settecento Antonio Landi
Il professore e architetto Flavio Nassar, vice-rettore e direttore delle Relazioni Internazionali dell’Università Federale del Pará, è anche direttore del Forum Landi, costituito nel 2003 per valorizzare e proteggere il patrimonio storico architettonico della città di Belém che in gran parte si deve al suo più illustre architetto del passato, il bolognese Giuseppe Antonio Landi. Da Bologna, dove aveva studiato presso la celebre Scuola Clementina, dove fu allievo prediletto del Bibiena, Landi arrivò a Belém intorno al 1770, chiamato dal re del Portogallo per lavorare alla delimitazione dei confini. Terminato il lavoro, decise di restare a Belém, dove creò opere di grande valore artistico ancora oggi molto studiate.
Nell’intervista che segue, rilasciata al giornalista Paolo Carlucci dell’agenzia di stampa Aise, il professor Nassar illustra le attività del Forum Landi e gli studi in corso.
D. Lei è il maggiore conoscitore in Brasile dell’architetto bolognese Giuseppe Antonio Landi, che ha lasciato nella città di Belém un’impronta molto importante con le sue opere. Cosa può raccontarci sulle attuali attività e progetti portati avanti dal Forum e dall’Università Federale del Pará (UFPA)?
R. In questi ultimi anni abbiamo portato avanti un lavoro soprattutto a livello di formazione, con corsi di interscambio e la venuta a Belém di professori importanti dell’Università di Bologna, dell’Università di Firenze, di studiosi portoghesi dell’opera del Landi. Voglio qui sottolineare che è stata particolarmente importante la venuta dei professori dell’Università di Bologna che ci hanno aiutato a comprendere al meglio il tipo di formazione accademica ricevuta dal Landi in Italia e dell’ambiente culturale di Bologna all’epoca della sua formazione. Questo ci ha dato la possibilità d’interpretare la sua opera con maggior profondità rispetto agli studiosi di altre Università del Brasile che non hanno avuto questa cooperazione. L’aiuto che abbiamo ottenuto dai professori Marilena Picozzi e Stefano Denazzi dell’Università di Bologna é stato fondamentale per capire Landi attraverso il suo percorso all’interno dell’Accademia Clementina. Per quanto riguarda le Università portoghesi posso citare la collaborazione con l’Università degli Studi Classici di Lisbona, attraverso la professoressa Isabel Mendonça che è la maggior studiosa di Landi in Portogallo, con molti progetti e con una tesi specifica su di lui. In questi anni abbiamo avuto un periodo di maturazione; sono stati portati avanti una serie di lavori accademici, al momento sono state presentate due tesi di laurea presso la UFPA, ce ne sono altre che stanno per essere presentate, tutto ciò è molto importante. Il nostro sogno ed allo stesso tempo anche una grande sfida, non potendo al momento avere la certezza della riuscita, è quello di far sì che l’opera del Landi sia dichiarata dall’UNESCO, Patrimonio Culturale Universale dell’Umanità. Tutto ciò è stato deciso lo scorso anno durante il IIº Congresso Internazionale del Forum Landi che si è tenuto a Belém ed ora ci stiamo lavorando sopra; si è deciso di portare avanti la proposta attraverso una cooperazione in rete, utilizzando tutte le risorse d’intelligenza disponibili sul Landi in Italia, in Brasile, in Portogallo. Per questo era fondamentale implementare la biblioteca digitale sull’artista, secondo le norme internazionali di consultazione (WCO), connettendola a tutte le basi di dati delle biblioteche internazionali ed è su ciò che stiamo al momento lavorando; ci vorranno ancora alcuni mesi per la sua realizzazione, in seguito la proposta sarà presentata all’UNESCO dal Brasile, Paese membro.
D. Oltre le Università coinvolte che Lei ha citato e al Forum Landi, ci sono altre istituzioni che si stanno adoperando per la realizzazione del progetto?
R. Senz’altro, abbiamo nell’Ambasciatore d’Italia a Brasilia Gherardo La Francesca un grande alleato e direi amico, molto vicino non solo al Forum Landi ma anche alla città di Belém; è stato qui più volte dimostrando grande interesse e sensibilità e con il quale ci corrispondiamo frequentemente.
D. Trattando di queste attività sul Landi e volendo entrare in questioni più tecniche, volevo chiederle in che modo si stanno portando avanti esperienze di studio sulla sua opera architettonica e pittorica. Mi riferisco alla recente ristrutturazione della “Casa Rosada” qui a Belém che sappiamo ha avuto interferenze da parte del Landi o di qualche suo discepolo ed alla quale hanno partecipato professori italiani.
R. Oggi alla UFPA stiamo portando avanti studi di ricerca e corsi di specializzazione, inoltre un altro progetto che noi pensiamo sia molto interessante e che ha ricevuto un appoggio entusiasta da parte dell’Ambasciatore Gherardo La Francesca, è di lavorare su un aspetto molto peculiare dell’identità esistente tra le città di Belém e Bologna, che è il disegno architettonico di quadratura. Qui a Belém nella Chiesa di São João esiste l’unico esempio presente in tutto il Brasile della pittura di quadratura bolognese; oltre a essere un’opera di Landi, esiste questa particolare tecnica di disegno architettonico di quadratura, della Scuola del Bibiena. Antonio José Landi per le sue qualità artistiche fu il suo alunno preferito, il discepolo prediletto del Bibiena e erede delle sue qualità. Così, partendo da questo presupposto noi abbiamo pensato e organizzato all’interno dei lavori di restauro della Casa Rosada un intervento per realizzare una pittura di quadratura, invitando artisti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, in particolare il maggior esponente di questo tipo di pittura, il professor Lorenzini, che ha realizzato varie pitture in stile bibienesco, con la particolarità di avervi inserito elementi decorativi amazzonici, tropicali, invece che classici. Il Landi lavorava con elementi classici tratti dalla vegetazione europea, come possiamo ancora oggi ammirare nella Chiesa di São João a Belém. Noi durante questa esperienza abbiamo operato una re-interpretazione usando elementi vegetali tropicali. In seguito a tutto ciò, abbiamo pensato di fare di Belém un centro di diffusione in Brasile di questo disegno pittorico di quadratura, specialità di Bologna. La proposta, attraverso l’interessamento dell’Ambasciatore Gherardo La Francesca, è giunta al Municipio di Bologna, all’Università di Bologna e all’Accademia di Belle Arti; in questo modo pensiamo si possa instaurare una cooperazione di interscambio tra le due Università. Dopo una selezione iniziale, studenti dell’Università Federale del Pará potrebbero fare uno stage per un periodo di 2 o 3 anni presso l’Università di Bologna e apprendere questa tecnica di pittura architettonica di quadratura e fare di Belém il suo centro di diffusione nel Brasile. Credo che questo sia un progetto interessante e realizzabile, che rafforzerebbe l’amicizia e l’identità architettonica esistente tra le due città, per trattare della questione, di qui a breve ho in programma un viaggio a Bologna.