Newsletter n. 2 del 16/10/2013
Queste famiglie! Tutte uguali, eppure ciascuna così fiera di sé! (Elias Canetti, La tortura delle mosche, 1992)
La parola del mese
Famiglia.C’è chi, pensando alla carne della sua carne, diventa subito vegetariano, e chi senza non potrebbe vivere. Luogo per eccellenza della cura - anche di quel fico sterile che per ora è meglio non tagliare (Luca, 13) - attraverso di essa la società si riproduce e perpetua. In bilico tra il bisogno di stabilità e la necessità di cambiamento, universale e particolare al tempo stesso, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna per la Costituzione e la Chiesa, sempre più spesso in “forma libera” nella realtà. Naturale, affidataria, adottiva, accogliente. Con due mamme, due papà o un solo genitore. C’era una volta la Famiglia che in quella forma forse non c’è più. Alla ricerca di un nuovo lessico.
...e di famiglia parlano le Associazioni protagoniste di questo numero.Vieni a conoscerle!
La voce delle Associazioni
In quattro articoli le "buone pratiche" delle Associazioni
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Intervista alle Associazioni
Passato, presente e progetti in cantiere delle protagoniste |
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Incontriamoci nel buio per conoscere gli altri sensi
Vi aspetta sabato 26 ottobre alle ore 20.30 a San Marino la cena al buio organizzata dalla Sezione di Rimini dell'Unione Italiana dei ciechi e degli ipovedenti. In un’atmosfera suggestiva e coinvolgente guide non vedenti vi aiuteranno a riscoprire il valore dell’ascoltare, il bello del toccare, il piacere del gustare e il fascino del riconoscere i profumi. Per maggiori informazioni, scarica il programma
Occupiamoci! Laboratorio di teatro sulle storie della crisi
Inizia il 28 ottobre il laboratorio di teatro 'Occupiamoci!' dedicato a inoccupati, organizzato da Arci Bologna in collaborazione con ITC Teatro - Teatro dell'Argine di San Lazzaro (BO) nell'ambito del festival B.R.I.S.A.!. Assolutamente gratuito, il laboratorio affronta la crisi economica attuale coinvolgendone i protagonisti e offrendo loro la possibilità di raccontare la propria storia. Perché è nel condividere i propri percorsi che si possono cambiare le cose.