Avere otto anni durante la linea gotica. Narrare il passato per ricordarsi in futuro

18.01.2013

Avere otto anni durante la linea gotica. Narrare il passato per ricordarsi in futuro

Durante la seconda guerra mondiale, Rimini e i suoi dintorni furono pressoché rasi al suolo dai bombardamenti.

La guerra ha attraversato e percosso la città e i suoi abitanti, lasciando impresse nella memoria di chi, allora, era solo un bambino immagini indelebili e raccapriccianti come i cadaveri nei fossati, le bombe, i feriti, le fughe, il suono delle sirene che annunciavano i bombardamenti.

Oltre all’orrore sono rimasti incisi negli animi e nei ricordi rari momenti di gentilezza, come la cioccolata offerta dai soldati americani ai bambini, lingue e volti provenienti da paesi sconosciuti, giochi, pochi e rustici, ma che comunque si facevano, e la solidarietà dei contadini nell’aiutarsi e nell’aiutare chi ancor più bisognoso e in pericolo combatteva e si nascondeva per sfuggire a una morte quasi certa.

Quello della guerra è un universo completo e complesso che continua a generare immagini ed emozioni e che a distanza di oltre sessant’anni vediamo riprodursi in altri contesti geografici e culturali: cambiano apparentemente le ragioni, ma la modalità nel concepire la paura e l’orrore resta la stessa. Perché la guerra che adesso è degli altri, è stata fino a poco tempo fa la nostra guerra, e le radici di questa storia prossima e recente non devono disperdersi nei meandri della confusione generati da una modernità veloce e a volte incomprensibile.

Il progetto che l’Associazione Misticanza sta portando avanti con i ragazzi delle scuole primarie ha come obiettivo la raccolta e l’elaborazione delle testimonianze dirette di chi la guerra l’ha vissuta in prima persona, e la pratica dell’ascolto attivo e della partecipazione da parte dei bambini.

Le attività hanno preso avvio con alcuni laboratori che hanno visto partecipare i nonni che si sono prestati a raccontare e a raccontarsi. Come spunto sono stati usati gli oggetti, il rammentare la creazione di piccoli giochi fatti “di niente” come le barchette costruite con le foglie, che rallegravano e distraevano nei tempi bui dei bombardamenti.

Ai ragazziil compito di intervistare e raccogliere informazioni dei ricordi dei loro familiari, o di altro materiale storico e fotografico per comprendere come si viveva durante la guerra. Alcuni nonni che avevano otto anni durante la linea gotica, andranno nelle classi per confrontarsi con i bambini e ricorderanno com’era la loro infanzia a quell’epoca. Nell’occasione degli incontri nonni e scolaresche verrà girato un breve video.

Il progetto non vuole essere un triste “amarcord” dei tempi passati, ma vuole portare le nuove generazioni all’ascolto e alla riflessione e lasciare un messaggio di pace e di rispetto con un’attenzione a coloro che al giorno d’oggi fuggono da paesi dove ancora la guerra è presente e chiedono un aiuto, una mano che li accolga qui nel nostro paese in pace.

“Avere otto anni durante la linea gotica” vuole tracciare una lineache parte dal passato, si muove nel presente e prosegue verso il futuro; una linea che si muove attraverso gli occhi, la voce, la mente e soprattutto il cuore di chi prima di noi ha lasciato un segno nella storia del nostro Paese.

Gli orrori della guerra diventano anche metafora delle violenze umane che segnano il corpo e lo spirito, per queste ragioni vorremmo lasciare scritte delle parole indelebili, impresse su pagine bianche, che siano un monito per noi, per i nostri figli e per le prossime generazioni; per poter dire un giorno: “quel nonno era il mio nonno, ha vissuto la guerra, l’orrore di quei tragici giorni, ma mi ha lasciato anche la gioia, un sorriso, degli aneddoti che mi hanno fatto divertire e commuovere insieme a lui…”.

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