La repressione della rivolta spartachista
L’uccisione di Rosa Luxenburg e Karl Liebknecht
Dalla sconfitta del 1919, l’estrema sinistra tedesca si riprese nell’ottobre 1920, allorché il KPD si fuse con l’ala più radicale del Partito Socialista Indipendente, dando vita al Partito Comunista Unificato di Germania (VKPD). Coi suoi 350 mila iscritti, il nuovo gruppo politico era il più forte partito comunista d’Europa; la sua influenza sulla società tedesca e la sua forza elettorale, comunque, erano ancora limitate, se confrontate con quelle della socialdemocrazia.
La contrapposizione tra comunisti e socialdemocratici
I comunisti non perdonarono mai la scelta operata dal governo socialdemocratico (più esattamente, dal ministro Gustav Noske) di far intervenire i Corpi Franchi per reprimere la rivoluzione del 1919. Tra i due partiti della sinistra tedesca, si determinò un vero e proprio baratro di odio e di diffidenza, al punto che negli anni 1929-32 la Terza internazionale (comunista) arrivò a bollare la socialdemocrazia con lo sprezzante epiteto di socialfascismo, cioè a denunciarla come una pericolosa complice della borghesia ed a considerarla come un nemico dei veri interessi del proletariato, non molto dissimile dal fascismo.
Violentemente contrapposti l’uno all’altro, i due principali partiti della sinistra tedesca non seppero mai opporre un valido fronte comune al nazismo, di cui non compresero la natura e sottovalutarono la pericolosità.