La denuncia dell'assassinio di Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg
A tutta la classe operaia!
Operai! Operaie! Cose mostruose stanno avvenendo a Berlino da qualche giorno. Il proletariato, classe oppressa, ha molto sofferto sotto il dominio della borghesia, in particolare nel periodo delle vergognose leggi antisocialiste [emanate da Bismarck nel 1878 – n.d.r.]. Ma sia sotto Guglielmo I, sia sotto Guglielmo II, il terrore bianco non infuriò mai come ora.
Oggi è avvenuto qualcosa di orribile. Ogni persona che abbia un sentimento umano retrocede con orrore davanti alle atrocità di questo giorno. Un mostruoso assassinio è stato commesso contro Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg. Non è vero che Karl Liebknecht sia stato abbattuto durante un tentativo di fuga. Testimoni obiettivi hanno stabilito all’obitorio che Karl Liebknecht è stato colpito a distanza ravvicinata e di fronte. Sulla fronte vi è il piccolo foro d’entrata del proiettile circondato da bruciature e sulla nuca il foro maggiore.
Rosa Luxemburg è stata gettata a terra in modo bestiale da una banda di borghesi e quindi smembrata e trascinata via. E le truppe governative, che avrebbero dovuto arrestare e proteggere l’inerme prigioniera, non hanno impedito questa azione vile e cannibalesca...
Operai! Operaie!
Ciò che capita oggi agli spartachisti e agli Indipendenti potrebbe essere il vostro destino di domani. Anche voi operai, che appartenete ai socialisti di destra, siete sospetti alla reazione e ai militari. L’odio della borghesia e della reazione si rivolgerà contro di voi, contro le vostre organizzazioni, come contro la classe operaia in generale.
Con estrema cecità, il governo Ebert, Scheidemann, Landsberg e Noske, che osa chiamarsi socialista, permette che la loro soldataglia faccia il bello e il brutto tempo. Essi armano gli ufficiali e i figli dei borghesi contro la classe operaia. Vi sono state fucilazioni in massa! Gli arresti si susseguono agli arresti! ...
L’ufficio del Partito socialdemocratico indipendente e quello per l’assistenza ai prigionieri di guerra russi sono stati distrutti in modo vandalico da ufficiali e da soldati, a un punto tale per cui i rappresentanti del partito di destra hanno potuto dire che <<simile barbarie non è avvenuta neanche in paese nemico>>...
Operai e Operaie!
Voi non potete e non dovete contrapporvi alla forza con gli stessi mezzi e le stesse armi, ma con l’arma che vi è rimasta: la vostra forza-lavoro. Rifiutatevi di prestarla a coloro che commettono o che hanno commesso simili orrori.
Partecipate compatti a un grande sciopero di protesta!
(A. Gibelli, La prima guerra mondiale, Torino, Loescher, 1987, pp. 221-222)