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I Freikorps nelle memorie di Rudolf Höss
A partire dal 1940, Rudolf Höss (1900-1947) fu il comandante del sistema concentrazionario di Auschwitz. Arrestato subito dopo la fine della guerra, scrisse le proprie memorie nel carcere di Cracovia tra il settembre 1946 e il gennaio 1947. La prima parte dell’autobiografia è dedicata alla decisiva esperienza della prima guerra mondiale e al servizio clandestino nei Freikorps (qui chiamati Corpi volontari), dapprima in Lettonia e poi in Germania. Al momento del suo arruolamento nell’esercito, Höss aveva appena 16 anni. Il conflitto mondiale e la violenza dell’immediato dopoguerra resero questo individuo sempre più impermeabile all’idea della violenza di massa, da lui considerata sgradevole, ma inevitabile e, in fondo, normale.
Ebrei e marxisti devono essere eliminati
Nelle pagine di Mein Kampf, Hitler dà voce ad una mentalità molto diffusa nell’immediato dopoguerra. Secondo tale logica, i nemici interni dovevano essere affrontati e neutralizzati, con la stessa determinazione usata contro i soldati dello schieramento avversario, negli anni del conflitto mondiale. L’accenno al gas, nella pagina seguente, non deve essere considerato una profezia delle tecniche di sterminio effettivamente usate negli anni 1942-1944. Per il momento, si tratta solo di un riferimento all’arma più micidiale usata nella Grande guerra. Nel 1923 – quando l’esercito francese occupò il bacino della Ruhr per sollecitare da parte tedesca il pagamento dei debiti di guerra – Hitler avrebbe voluto mettere in atto il suo progetto di eliminazione violenta di ogni opposizione comunista (che a suo giudizio era responsabile del collasso verificatosi nel novembre 1918).
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Berlino, gennaio 1919. Un reparto dei Corpi Franchi, che contribuirono alla repressione dell’insurrezione spartachista.

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