La Kristallnacht nelle memorie di Goebbels

La Kristallnacht nacque, soprattutto, per iniziativa di Goebbels. Il ministro della propaganda colse al volo l’opportunità di mostrare a Hitler le proprie capacità di organizzazione e di guida delle componenti più estremiste del partito nazista. Non a caso, nel suo diario, Goebbels dedica molte pagine alla Notte dei cristalli, che giustamente considera un proprio personale successo politico. Il racconto inizia con la comunicazione a Hitler della morte, a Parigi, del primo segretario Ernst vom Rath. L’evento si era verificato alle 17.30, ma fu reso noto al Führer solo alle 21.00 circa del 9 novembre 1938. L’organizzazione delle violenze venne facilitata dal fatto che moltissimi alti esponenti della NSDAP erano riuniti insieme, per commemorare l’anniversario del putsch di Monaco del 1923.

10 novembre

Riferisco la cosa al Führer. [...] Lui decide: si facciano proseguire le manifestazioni. La polizia si ritiri. Che gli ebrei toccassero una volta con mano la rabbia della gente. Questo è giusto. Impartisco immediatamente le istruzioni necessarie alla polizia e al partito. Quindi parlo brevemente e nel medesimo spirito alla direzione del Partito. Applausi scroscianti. Tutti si precipitano al telefono. Adesso l’iniziativa passa alla gente. [...]

Decido di tornare in albergo e vedo un [bagliore] rosso-sangue nel cielo. La sinagoga brucia... Estinguiamo il fuoco solo laddove necessario per preservare gli edifici attigui. Altrimenti, che vengano distrutte dal fuoco... Da tutto il Reich cominciano a piovere informazioni: 50, poi 70 sinagoghe stanno bruciando. Il Führer ha ordinato l’arresto immediato di 20-30 000 ebrei... A Berlino, 5, poi 15 sinagoghe stanno bruciando. Adesso la furia popolare impazza... Che le si lasci mano libera. [...] Mentre vengo ricondotto in albergo, vedo ovunque vetrine in frantumi. Bravo! Bravo! [in italiano nel testo – n.d.r.] Le sinagoghe bruciano come vecchie baracche. Le proprietà tedesche non vengono messe in pericolo. Al momento non resta niente di particolare da fare. [...]

11 novembre

Ieri: Berlino. Lì tutto è andato in modo fantastico. Un incendio dopo l’altro. Così va bene. Preparo un ordine per far cessare le azioni. Per ora può bastare... Pericolo che le masse possano venire troppo alla ribalta. In tutto il paese le sinagoghe sono in fiamme. Riferisco al Führer [...]. E’ d’accordo su tutto. Le sue idee sono estremamente radicali e aggressive. L’azione stessa si è svolta senza il minimo intoppo. 100 morti. Ma nessuna proprietà tedesca danneggiata.

(S. Friedländer, La Germania nazista e gli ebrei. Volume I: Gli anni della persecuzione, 1933-1939, Milano, Garzanti, 1998, pp. 277-279. Traduzione di S. Minucci)

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