La notte dei cristalli
L'attentato di Parigi

Imparata la notizia, Goebbels decise immediatamente di sfruttare l’episodio e diramò precisi ordini in modo tale che avvenisse in tutto il Reich uno <<scoppio spontaneo di rabbia popolare>>, cioè un’azione antisemita quale mai si era verificata sino ad allora in Germania. Hitler diede il proprio assenso, ma cercò di non figurare come l’istigatore delle violenze. Anzi, al momento opportuno, riuscì a presentarsi come colui che – solo – riusciva a tenere a freno e governare la legittima collera del popolo tedesco.
Come al solito, non tutti gli esponenti di primo piano del regime approvarono quanto accadeva. Himmler accusò Goebbels di megalomania, ma forse era solo invidioso del prestigio che il ministro della Propaganda avrebbe ricavato dall’operazione.
Non solo cristalli
I più risoluti nel condannare le violenze furono i responsabili dello sviluppo economico, preoccupati – come al tempo del boicottaggio dei negozi ebrei, nel 1933 – delle reazioni all’estero.
<<Ma è matto Goebbels? - sbottò il ministero dell'Economia Walter Funk, quando ebbe notizia delle prime violenze - Fare simili sciempiaggini (Schweinereien )! Ci si dovrà vergognare di essere Tedeschi. Stiamo perdendo tutto il nostro prestigio all'estero. Io lavoro giorno e notte per preservare la ricchezza del Paese, e lei, voi non ve ne rendete conto, state per gettarla dalla finestra. Se questa storia non si ferma immediatamente, io me ne lavo le mani di tutta questa porcheria>>.
Furono i nazisti a chiamare Kristallnacht l’insieme delle violenze verificatesi la notte tra il 9 e il 10 novembre 1938. L’espressione aveva, in origine, una finalità riduttiva, come se a fare le spese della violenza organizzata fossero state solo le vetrine dei negozi. In effetti, almeno 7500 esercizi commerciali furono oggetto di atti vandalici e devastati. La notte dei cristalli, tuttavia, non si esaurì affatto nella distruzione dei negozi. Infatti, migliaia di case furono aggredite e saccheggiate, così come almeno 267 sinagoghe vennero incendiate o comunque distrutte. I vigili del fuoco avevano l’esplicito ordine di non intervenire, se non nei casi in cui fossero minacciate delle case di tedeschi ariani.
Secondo il resoconto ufficiale della polizia nazista, gli ebrei uccisi furono 91. Moltissimi altri, però, si suicidarono quella notte o nei giorni immediatamente seguenti. Un numero alto di maschi adulti (20-30 000) fu condotto a Dachau, Buchenwald e in altri lager. Il soggiorno fu in genere breve, ma estremamente umiliante e brutale.