I provvedimenti di esclusione

La conferenza al vertice del 12 novembre
Germania, 10 novembre 1938. Una sinagoga in fiamme, durante la Kristallnacht.Il 12 novembre 1938, presso il Ministero dei Trasporti, Göring convocò una riunione dei principali esponenti del regime, per decidere come sfruttare al meglio la situazione venutasi a creare dopo la notte dei cristalli. Tutti concordarono sul fatto che la violenza selvaggia doveva cessare; inoltre il consenso fu unanime – per una volta – sulla necessità di emanare una serie di provvedimenti amministrativi durissimi, che avrebbero dovuto finalmente spingere gli ebrei ad andarsene. A tal fine, i soggetti presenti alla riunione diedero prova di una inventiva straordinaria: ognuno fece a gara con gli altri nel proporre misure umilianti e degradanti. <<Non vorrei essere un ebreo in Germania>>, commentò Göring, verso la fine della riunione.

Il primo problema che si pose riguardò le assicurazioni. Fu deciso che il Reich avrebbe confiscato tutti i pagamenti che le compagnie avrebbero dovuto versare agli aventi diritto (primi fra tutti i proprietari dei negozi devastati: il costo delle vetrine infrante venne stimato in 6 milioni di dollari). Agli ebrei tedeschi, presi nel loro insieme, fu addossata un’ammenda collettiva di un miliardo di marchi.

I principali provvedimenti presi il 12 novembre 1938 riguardarono le attività economiche. Dal 1° gennaio 1939, gli ebrei avrebbero dovuto cedere a soggetti ariani tutte le loro aziende e le loro imprese, che ovviamente furono vendute, in genere, a prezzi molto inferiori ai valori di mercato.

L'arianizzazione dell'economia

Dopo la riunione del 12 novembre 1938, Goebbels ed altri ministri emanarono vari decreti, relativi ai diversi settori che erano di loro competenza. Agli ebrei fu vietato l’ingresso ai cinema, ai teatri, ai concerti, alle mostre d’arte e a qualsiasi altra manifestazione di tipo culturale. L’accesso ai parchi pubblici fu severamente regolamentato, mentre gli studenti ebrei ancora presenti nelle scuole furono espulsi (15 novembre). Il 3 dicembre, su ordine di Himmler, venne ritirata agli ebrei la patente di guida. 

Poche settimane più tardi, esplose la questione dei beneficiari del grande processo di arianizzazione. In gioco non era, ovviamente, il rispetto del diritto degli ebrei a restare titolari di imprese commerciali o industrie, bensì il problema dei destinatari tedeschi di quei beni, che tutti ritenevano doveroso espropriare. Il conflitto vide schierati da un lato il Partito e il Ministero dell'Interno, che speravano di poter frazionare le imprese ebraiche fra numerosi piccoli o medi acquirenti ariani, dall'altro il Ministero dell'Economia, appoggiato sia dai grandi gruppi industriali, sia da Göring, il quale a sua volta era responsabile di un enorme complesso industriale di Stato (le Hermann Göring Werke - Industrie Hermann Göring), prevalentemente impegnato nel settore carbonifero e siderurgico. In questo braccio di ferro, la corrente favorevole ad una redistribuzione popolare dei beni ebraici risultò completamente perdente; quasi sempre, l'impresa ariana che acquistò quella ebraica era di proporzioni ad essa superiori.

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