Approfondimenti

Gli ebrei, responsabili della nuova guerra
La seconda guerra mondiale iniziò il 1° settembre 1939, con l’invasione tedesca della Polonia. Nei suoi discorsi, all’opposto, Hitler attribuì agli ebrei la responsabilità del nuovo conflitto. Gli antisemiti più radicali ripresero e svilupparono questa calunnia anche in Italia. Scritto da Giovanni Preziosi (l’editore italiano dei Protocolli dei savi anziani di Sion) l’articolo seguente apparve sulla rivista La vita italiana, il 15 settembre 1939, con il titolo E la guerra ebrea è venuta. Si noti come Preziosi capovolga completamente la realtà storica: l’Inghilterra (e non la Germania) diventa la grande potenza desiderosa di scatenare il conflitto, mentre del ministro degli esteri polacco Beck si ignora del tutto la politica nazionalista e antisemita: anzi, lo si accusa di essere lui stesso un ebreo. Il governo inglese e quello polacco vengono semplicemente e rozzamente descritti come marionette nelle mani del giudaismo internazionale.
L'annuncio dell'internamento degli ebrei stranieri
Nella seduta della giunta dell’Unione delle Comunità Israelitiche Italiane tenutasi il 30 maggio 1940, il presidente Dante Almansi comunicò le intenzioni del governo fascista di rinchiudere gli ebrei stranieri in uno speciale campo di concentramento, che era in via di allestimento a Ferramonti di Tarsia (in provincia di Cosenza). La collocazione geografica di questo campo – all’estremità meridionale della penisola – permise la salvezza della maggior parte degli internati, che sfuggirono all’occupazione tedesca e furono liberati dagli inglesi il 14 settembre 1943. Almeno 141 ebrei concentrati a Ferramonti, però, erano stati in precedenza trasferiti nell’Italia centro-settentrionale. Arrestati dai nazisti, furono deportati in Germania verso la fine del 1943. Tornarono in 11.
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Italia, 1938. Fotografia riportata da Il Resto del Carlino, il 17 dicembre, per dimostrare l’adesione degli italiani alla campagna antisemita del regime.

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