Approfondimenti

Il primo impatto coi malavitosi
I delinquenti se la prendevano soprattutto con i prigionieri politici, con coloro che erano stati condannati in virtù dell’Art. 58 del Codice penale sovietico. Le autorità – sempre disposte a scendere a compromesso con il problematico mondo dei malavitosi – lasciava fare e, talvolta, persino delegava loro il compito di rendere particolarmente difficile la vita dei politici. La scena seguente è da collocare a Vladivostok, sul piroscafo che conduceva i detenuti alla Kolyma.
I malavitosi
Varlam Salamov dedica molte pagine dei suoi Racconti di Kolyma alla descrizione del mondo dei malavitosi. Più volte ribadisce che essi non hanno nulla di romantico, di poetico, di cavalleresco. Nel lager, erano gli esseri più abietti di tutti, disposti ad ogni crimine e ad ogni violenza: "un mondo maligno e ripugnante, che non ha niente di umano".
L'arresto di Solzenicyn
Aleksandr Solgenicyn fu arrestato in Prussia Orientale, il 19 febbraio 1945, quando era ufficiale carrista dell’Armata Rossa. La ragione dell’arresto va cercata in alcuni giudizi politici critici, che aveva esposto in una lettera inviata ad un amico. Fu processato con l’accusa di "aver condotto fin dal 1940 propaganda antisovietica e di aver partecipato a un’organizzazione creata allo scopo di compiere atti antirivoluzionari". Condannato a otto anni di lavoro forzato (più tre di confino), lo scrittore fu deportato in Kazachstan, ove rimase in lager fino al 1953.
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Siberia, Kolyma, 1943. Detenuti al lavoro in una miniera di oro

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