Esperimenti e selezioni

I musulmani
Ravensbrück, il crematorio oggINei primi anni di esistenza del sistema concentrazionario nazista, la maggior parte dei detenuti deceduti morì a seguito di violenze o di fucilazioni. Durante la guerra, Himmler autorizzò i medici e le istituzioni che lo richiedevano, a usare i prigionieri come cavie per esperimenti di vario genere. A Dachau, ad esempio, numerosi internati polacchi e russi vennero immersi nell’acqua gelida, per comprendere le condizioni in cui poteva trovarsi un pilota che fosse precipitato nelle acque del Mare del Nord. In altri casi, venne esaminata la dinamica della morte di un soggetto, simulando la situazione che veniva a crearsi ad altissima quota. Molti altri detenuti, infine, vennero infettati con virus o batteri, per studiare il decorso di alcune particolari malattie, oppure per testare qualche ipotetico antidoto.

A partire dalla fine del 1941, un numero crescente di prigionieri crollò, di fronte alle sempre più dure condizioni di vita e di lavoro, all’interno del lager. Nel gergo del campo, il prigioniero distrutto dalla fatica, dalle percosse e dalle privazioni, cominciò ad essere chiamato muselmann. Il termine designava un individuo solo biologicamente vivo, ma ormai privo di emozioni, di pensiero e di coscienza. Via via che lo sguardo si spegneva e le pupille si dilatavano, il volto diventava inespressivo. Poiché tutti i processi vitali rallentavano, il musulmano non riusciva più a lavorare; sempre più debole, non rispondeva più agli ordini, e infine si lasciava morire, cessando di mangiare e di bere.
Camere a gas nei Lager

I nazisti affrontarono questo problema con periodiche selezioni ed eliminazioni dei soggetti ormai distrutti e inidonei al lavoro. Verso la fine del 1941, iniziò una vasta operazione denominata in codice Aktion 14 f 13. Apposite commissioni di medici vennero mandate in tutti i principali campi, per esaminare i prigionieri; quelli dichiarati inidonei dovevano essere soppressi. Ad Auschwitz, 25-30.000 uomini vennero uccisi con un’iniezione di fenolo al cuore, prima dell’utilizzo su grande scala delle camere a gas. Strutture di uccisione con il gas furono impiantate anche a Dachau e a Mauthausen. Nel campo bavarese, tuttavia, la camera a gas non entrò mai in funzione.

A Mauthausen vennero uccisi con il Zyclon B (a base di acido cianidrico) circa 5000 persone. La camera a gas di Mauthausen, comunque, era molto piccola (3,70 m per 3,50 m). Non era progettata, dunque, per lo sterminio di massa. Sotto questo profilo, persino il più micidiale dei campi di concentramento nazista resta molto diverso dai centri di sterminio (Chelmno, Belzec, Sobibor, Treblinka), in cui si consumò la soluzione finale della questione ebraica in Europa.

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