Un giardino nel deserto
10.03.2017
Un giardino nel deserto. Non è un miraggio, esiste davvero, persino nei campi profughi Saharawi. E, soprattutto, l'oasi di verde è anche un progetto che potrebbe migliorare le difficili condizioni di vita del popolo Saharawi. È tutto merito di una pianta, la moringa, un seme importato che cresce anche nel terreno arido con il clima del deserto. Lo spiega alla delegazione dell'Integruppo dell'Assemblea in visita nei campi profughi Saharawi, Babà Fded, referente del progetto a El Ajoun. "Abbiamo scoperto, grazie agli studi di farmacia veterinaria svolti qui in questi anni, che la moringa ha altissime proprietà nutritive e permette di stabilizzare i livelli di alcune malattie, come il diabete". Somministrata a polli ed altri animali, migliora anche la qualità della loro carne.
"Il nostro popolo riceve gli aiuti alimentari dall'agenzia Pam” continua Fded “si tratta di prodotti che dovrebbero essere distribuiti in casi di emergenza - tra l'altro quest'anno diminuiranno le quantità. Ma la nostra emergenza dura ormai da 40 anni, da quando siamo costretti a vivere nei campi profughi!". Quegli alimenti -biscotti iper-nutritivi che tra l'altro hanno un alto costo di importazione- non sono più adatti, e non aiutano a migliorare i problemi di salute di donne e bambini, spesso malnutriti, diabetici e in questi ultimi anni, colpiti da celiachia. L'idea è quella di migliorare la dieta alimentare delle famiglie di una wilaya con prodotti realizzati con la moringa, che, con la collaborazione dell'agenzia Pam, potrebbero essere distribuiti al posto dei biscotti. Il progetto, che è cofinanziato per una parte anche dalla Regione Emilia-Romagna, punta inoltre a rafforzare alcune cooperative di donne, già esistenti nella wilaya, che si occuperebbero della produzione, distribuzione ed esportazione degli alimenti realizzati con la moringa. "In 3 anni verranno beneficiate 1.400 famiglie della wilaya, alimentati 9.000 polli e almeno 20 cooperative commercializzeranno il prodotto".
È entusiasta Babà Fded mentre mostra alla delegazione l'orto che si estende vicino alle moringhe, dove vengono piantate anche carote e pomodori, tutti esperimenti per la loro farmacia veterinaria. Tra i numerosi partner dell'iniziativa che coinvolge il Ministero della Salute e quello dello Sviluppo economico della Rasd, ci sono Africa 70, Veterinari senza frontiere, l'Università di Milano e Nexus Emilia-Romagna che si occuperà proprio della formazione delle donne. "Trascorsi 3 anni, l'iniziativa dovrebbe andare avanti senza bisogno di fondi, rendendo autonome le lavoratrici delle cooperative e migliorando la dieta alimentare delle famiglie" conclude Sandra Pareschi, presidente di Nexus Emilia-Romagna.
(da Rabouni Francesca Mezzadri)