L'ambasciatore italiano ad Algeri all'intergruppo Assemblea: "Tenere viva l'attenzione contro rischio radicalizzazione"
07.03.2017
ALGERI- Ciò che più sta a cuore al nuovo ambasciatore italiano in Algeria, Pasquale Ferrara, in merito alla questione Saharawi, sono gli aiuti umanitari. E’ il senso del primo incontro della delegazione dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna (composta dai consiglieri Barbara Lori e Yuri Torri, dai rappresentanti regionali e delle associazioni emiliano-romagnole) che dal 1999 aiuta il popolo del deserto costretto a vivere nei campi profughi dell’Algeria, lontano dalla propria terra, in attesa di un’indipendenza che tarda ad arrivare. “E’ importante tenere viva l’attenzione dal punto di vista umanitario”, spiega l’ambasciatore. “Con i conflitti in Siria e in Iraq la questione Saharawi non sembra essere in cima alla lista delle priorità internazionali”.
L’Onu al momento ha chiesto solo che venga rinnovato l’impegno dei suoi caschi blu sotto la sigla Minurso (Missione internazionale per il referendum in Sahara occidentale) ma forse l’Italia quest’anno come membro non permanente del Consiglio può avere più influenza. L’intergruppo parlamentare di amicizia del popolo Saharawi – con l’intergruppo dell’Assemblea- a gennaio ha già presentato un documento sottoscritto da enti e associazioni in cui chiede al Governo italiano che vengano ripresi i negoziati sotto l’egida delle Nazioni unite per risolvere ”l’ultimo caso di decolonizzazione” in pace e sicurezza.
Dal punto di vista politico, come informa l’ambasciatore, la situazione invece è cambiata: il Marocco a gennaio scorso è entrato a far parte dell’Unione africana. La Rasd (Repubblica araba Saharawi democratica) riconosciuta tra gli Stati africani dell’Unione ancor prima, ha dato, nonostante tutto, il benvenuto al popolo marocchino che occupa il Sahara occidentale. “Una situazione kafkiana”, commenta l’ambasciatore, “due entità, di cui una non riconosce l’altra, entrambe presenti in un’unione”. Nonostante la lotta pacifica che il popolo del deserto sta portando avanti, il “Marocco difficilmente cambierà posizione in merito all’autoreferenzialità dei Saharawi”. Tuttavia, “lo status quo non è più sostenibile e rischia di radicalizzarsi”, teme Ferrara.
(Corrispondenza di Francesca Mezzadri)