Verso il superamento dei campi nomadi

31.05.2013

Verso il superamento dei campi nomadi

Le prime riflessioni sul superamento dei campi nomadi erano state offerte dall’ufficio del Difensore civico regionale durante il seminario del 21 marzo scorso, organizzato insieme all’Assessorato regionale Politiche sociali proprio in coincidenza della Giornata mondiale contro il razzismo.

Sull’argomento ritorna il Difensore civico regionale con il Quaderno “Verso il superamento dei campi nomadi”. La pubblicazione presenta il rapporto della ricerca omonima, promossa dal suo ufficio insieme a SVEP – CSV di Piacenza e curata da Stefania Crocitti, ricercatrice presso l’Università di Bologna. Racchiude inoltre le considerazioni del Difensore sul tema “Diritti e convivenza” e si conclude con i suoi “Appunti per una nuova legge regionale”.

Sappiamo essere iniziato proprio in questi mesi il percorso che condurrà alla elaborazione di una rinnovata cornice normativa, necessaria dopo le ultime raccomandazioni dell’Unione Europea e l’entrata in vigore della Strategia nazionale d’inclusione dei Rom, Sinti e Camminanti (RSC) del febbraio 2012.

I campi nomadi in particolare, istituiti alcuni decenni or sono come soluzione al problema abitativo, hanno finito per costituire uno dei principali fattori di discriminazione in quanto sanciscono la separatezza tra mondi paralleli e non comunicanti, e rendono possibili condizioni di vita inaccettabili per ogni altro cittadino.

Intorno a questa esigenza, nella nostra regione si stanno sperimentando alternative di sicuro interesse. Su queste esperienze si è concentrata l’indagine, attraverso interviste in profondità a 18 operatori impegnati nei territori di Bologna, Ferrara, Modena, Piacenza e Reggio Emilia.

Il passaggio alle microaree o agli appartamenti di edilizia pubblica o privata sta comportando una trasformazione radicale nella vita delle persone coinvolte e dell’intera comunità, richiede perciò l’adozione di politiche integrate tra soggetti diversi del pubblico e del privato sociale, e tra politiche abitative, sociali, scolastiche, del lavoro. La ricerca rende conto di come, nell’incontro con i testimoni privilegiati, si sia parlato non soltanto di casa ma anche di scuola, lavoro, formazione, devianza, relazioni con i “gagi”.

Sui diversi aspetti ritorna in ultimo il Difensore civico, sia invitando la Regione ad intervenire a livello nazionale affinché si giunga al riconoscimento della minoranza rom, sinti e camminanti, sia suggerendo alcune tracce di lavoro per l’elaborazione di una nuova legge che riguardi l’abitare ma anche istruzione, lavoro, salute, sicurezza. In questo senso viene ricordata la necessità di un apporto corale che includa le figure di garanzia – Difensore civico, Garanti dell’infanzia e dei detenuti, Consigliere di parità – e la partecipazione di rappresentanze rom e sinti.