"Rafforzare le figure specifiche di tutela dell'infanzia"

26.06.2015

I piccoli italiani sono sempre meno e crescono prevalentemente con un solo genitore, spesso senza fratelli e sorelle. Un quarto degli adolescenti, poi, si sente escluso dallo Stato perché nota che nessuna istituzione arriva in aiuto della sua famiglia o per trovare un lavoro.

È questo, in sintesi, quanto emerge dal dossier “L’Italia delle parole: promesse mancate e futuro da inventare”, relazione annuale del authority Garante nazionale per l'Infanzia e l'Adolescenza presentata al Senato dal presidente Vincenzo Spadafora. Documento a cui ha contribuito anche il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Emilia-Romagna, Luigi Fadiga: insieme al suo Ufficio ha infatti redatto il capitolo “I Garanti per l’infanzia e l’adolescenza in Italia. Cosa è stato fatto, cosa resta da fare”, una ricognizione delle varie modalità in cui si declinano le figure di garanzia dei minori sul territorio italiano.

Una analisi da cui emerge, come già accaduto in Regioni come Veneto e Marche, “la pericolosa e negativa tendenza alla concentrazione della tutela dei minori presso la difesa civica, segno di un basso livello della cultura dei diritti dei bambini e delle bambine”, spiega il Garante, il cui auspicio è invece completamente opposto: secondo Fadiga infatti sarebbe bene che “la presenza di specifiche figure di garanzia per l’infanzia e l’adolescenza si rafforzi”.

La figura di garanzia regionale scrive, nella relazione dell’autorità nazionale, “il completamento ormai prossimo della rete dei garanti costituisce un segnale preciso della rilevanza acquisita da queste figure che, nel corso del tempo, hanno assunto una strutturazione sempre più definita e delle prospettive di sviluppo che esse possono avere nell’ambito del sistema pubblico di protezione dell’infanzia e dell’adolescenza”. Però, avverte il Garante, “non mancano tuttavia in questo quadro anche opposti segnali. Significativa a tal riguardo appare la scelta della Regione Veneto, la prima a dotarsi nel lontano 1988 di una legge e qualche anno dopo di un ufficio dedicato. La nuova legge regionale- continua- prevede infatti l’istituzione della figura unica del Garante regionale dei diritti della persona che ha, fra gli altri, anche il compito di promuovere, proteggere e facilitare il perseguimento dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. La Regione Marche- conclude Fadiga- ha invece istituito l’Autorità di garanzia per il rispetto dei diritti di adulti e bambini, Ombudsman regionale che svolge i compiti inerenti l’ufficio del Difensore civico, l’ufficio del Garante per l’infanzia e l’adolescenza e l’ufficio del Garante dei diritti dei detenuti”.

Azioni sul documento