Quale futuro per i tutori dei minori?

29.01.2014

Quale futuro per i tutori dei minori?

Tutori professionisti o volontari? Può sorgere un conflitto di interessi fra tutore istituzionale, tutore rappresentante di associazione, tutore rappresentante di comunità educativa? Come instaurare rapporti stabili e proficui tra tutori e magistrature?

 

Questi alcuni degli interrogativi affrontati  lo scorso 24 gennaio nel corso di un incontro/confronto promosso da Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza a cui ha partecipato il garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza Luigi Fadiga. Lo scopo della giornata di studio è stato quello di contribuire a qualificare e aggiornare l’istituto della tutela, sulla base di precedenti esperienze operative e di analisi effettuate a livello locale, regionale e nazionale a partire da un sistema di standard di riferimento già promossi in sede nazionale e europea, ponendo un particolare focus rivolto alle persone minorenni non accompagnata.

 

Luigi Fadiga, intervenendo nel corso dei lavori e riportando l’esperienza emiliano-romagnola in materia, ha ribadito come la tutela sia da intendersi innanzi tutto come cura della persona evidenziando anche le molte difficoltà che un cittadino accogliente incontra nell’assumere tale incarico. Non sempre magistratura minorile e avvocatura sono, sia per ragioni organizzative che storiche, pronte e disponibili a fornire un concreto supporto al tutore, che rischia di trovarsi schiacciato tra adempimenti burocratici e necessità di cura non solo materiale del minore affidatogli.

 

Questo supporto, suggerisce il garante regionale, potrebbe essere fornito dai garanti stessi se e quando questo ruolo di garanzia venisse realmente riconosciuto anche attraverso l’attribuzione di un “potere di legittimazione attiva in ambito processuale”. Le molte  sollecitazioni e  proposte emerse dagli interventi dei partecipanti, rappresentativi di buona parte del territorio nazionale, andranno a comporre un documento che possa orientare una riqualificazione e una riforma del sistema di tutela attualmente definito da un impianto legislativo risalente al 1942

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