Quanto siamo razzisti in Europa?

04.11.2013

Quanto siamo razzisti in Europa?

Che cos’è ECRI – L’ECRI è un organo del Consiglio d’Europa composto da esperti indipendenti, funzionale al monitoraggio dei problemi di razzismo, xenofobia, antisemitismo, intolleranza e discriminazione negli Stati membri del Consiglio stesso, con il fine ultimo di aumentare la consapevolezza di cittadini ed istituzioni in materia.
Il mandato di ECRI coincide, principalmente, con la lotta a razzismo e discriminazione in Europa, in una prospettiva di tutela dei diritti umani alla luce della CEDU, dei suoi protocolli addizionali e della relativa giurisprudenza.
L’ECRI svolge, tra le altre, attività di monitoraggio Stato per Stato valutando diversi fattori quali il quadro normativo in materia di lotta al razzismo e discriminazione razziale (nonchè l’effettività delle misure di cui si compone), l’esistenza di organi indipendenti in grado di assistere le vittime di razzismo ed intolleranza, la situazione dei “gruppi vulnerabili” – gruppi cioè soggetti a discriminazione ed intolleranza - in settori specifici come l’educazione, il lavoro, l’abitazione, la salute e l’accesso a beni e servizi, ed il tono del dibattito politico pubblico sul tema.
Sulla base delle informazioni raccolte durante l’attività di monitoraggio l’ECRI elabora Report, propone azioni da svolgersi a livello locale, nazionale ed europeo e formula raccomandazioni dirette agli Stati membri del Consiglio d’Europa in relazione alle politiche adottate e da adottare.

I contenuti del Report – Il Report Annuale di ECRI, fornisce informazioni circa le attività svolte durante l’anno dall’organo stesso. Nell’introdurre i diversi ambiti di azione, il Rapporto delinea anche una panoramica di quelli che sono i trend principali a livello europeo in materia di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia, antisemitismo ed intolleranza.
L’indicazione dei trend permette ai cittadini di conoscere il contesto in cui l’organo lavora ed in cui le sue azioni ed i suoi sforzi devono essere perpetrati in futuro. Ovviamente, i fenomeni indicati presentano caratteristiche diverse da regione a regione e da Stato a Stato, ma il loro essere diffusi in tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa ne rende possibile la trattazione unitaria.

I trend 2012 – Il rapporto di ECRI fornisce un’indicazione dei trend organizzata per fenomeno analizzato: ecco i principali.

- Crisi Economica. La crisi economica ed il generale clima di austerità derivante da essa, continuano ad avere effetti negativi sui gruppi vulnerabili, spesso adibiti a “capro espiatorio”. L’instabilità finanziaria ha determinato una maggiore propensione ad aprirsi ad ideologie estremiste: alla crisi si accompagnano, dunque, retoriche di stampo nazionalista e pregiudizi che vanno a colpire, con particolare intensità, immigrati e Rom. L’ECRI ha rilevato inoltre un sensibile aumento dei cosiddetti “hate speech” (istigazioni all’odio), nei confronti dei gruppi vulnerabili, accompagnato da un incremento negli episodi di violenza a sfondo razziale.

- Partiti politici xenofobi. Il Report 2012 rileva come, i partiti politici xenofobi, abbiano raccolto in tutta Europa crescente consenso, arrivando oggi ad essere rappresentati nei parlamenti di diversi Stati. A preoccupare maggiormente l’ECRI sono, in particolare, quei partiti che invocano e sostengono agende politiche di stampo neo nazista, o incitano all’odio razziale ed alla violenza - ancora una volta - nei confronti di immigrati, Rom ed ebrei.

- Migranti e richiedenti asilo. Complessivamente, stando ai dati dell’ECRI, nel 2012 il numero di migranti e richiedenti asilo presenti in Europa sarebbe aumentato nonostante molte persone abbiano perso la vita nel tentativo di raggiungere il territorio europeo. In relazione a ciò, il Report evidenzia in diversi Stati UE difficoltà e limiti nell’accesso al diritto di asilo che, uniti ai frequenti tagli ai sistemi assistenziali pubblici, hanno portato a serie esplosioni di malcontento e disordini. L’apolidia, fenomeno che oggi minaccia i diritti umani di circa 700.000 persone in tutte Europa, continua ad essere fonte di discriminazioni basate sulla cittadinanza.

- Internet, estremismo, violenza razziale. In molti dei Report nazionali dell’anno 2012 si attesta, insieme alla sempre maggior disponibilità di piattaforme e social network, un livello crescente di hate speech su internet. I messaggi razzisti diffusi in rete sono espressivi di forme di intolleranza nei confronti di gruppi vulnerabili, ma alcuni arrivano ad incitare esplicitamente alla discriminazione e alla violenza (seppur oggi questi comportamenti siano criminalizzati e puniti nella maggior parte dei Paesi membri). All’uso intensivo di internet da parte di gruppi estremisti, corrisponde spesso un aumento della violenza razziale nel Paese.
In materia di estremismo, a preoccupare l’ECRI, sono in particolare i gruppi della destra più radicale ed alcuni gruppi religiosi fondamentalisti. L’organo del COE ha inoltre individuato un aumento degli attacchi antisemiti violenti in alcuni Paesi che, insieme al persistente ed esplicito culto di simboli e ideologie fasciste (spesso con l’appoggio di alcuni leader politici), viene ritenuto indice del rinvigorimento di atteggiamenti antisemiti e razzisti.

- Discriminazione, Rom, religione ed intolleranza. Dai Report nazionali è emerso chiaramente, nei confronti dei Rom, un incremento del livello di discriminazione della diffusione di sentimenti di intolleranza. I bambini Rom devono spesso affrontare ostacoli per poter accedere al sistema dell’istruzione e, in alcuni Paesi, si segnalano casi di segregazione scolastica. In materia religiosa, ECRI rileva come in molti Stati siano state abrogate le normative che punivano la blasfemia, pur rimanendo aperto il dibattito su di esse. Nei Paesi in cui i residenti di religione islamica sono in aumento, il dato religioso continua ad essere utilizzato in modo strumentale alla diffusione della paura di una “islamizzazione” delle leggi.

Considerazioni e raccomandazioni - In ragione dei dati emersi, l’ECRI ha elaborato una serie di raccomandazioni e considerazioni dirette agli Stati membri. Prima di tutto, si sottolinea la necessità che i Paesi UE vengano a patti con la loro identità multiculturale, riconoscendo l’importante ruolo che l’immigrazione ricopre nelle economie locali. In materia, l’organo del COE, incoraggia l’Unione Europea ed il suo Sistema Comune di Asilo ancora in divenire, a tenere in considerazione le raccomandazioni che l’ECRI stessa ha prodotto in questo campo, per assicurare che le nuove regole non tocchino o limitino in alcun modo il pieno rispetto del principio di non refoulement. L’ECRI sollecita inoltre gli Stati membri a dare alta priorità alla lotta contro l’antisemitismo ed incoraggia i membri non-UE ad introdurre ed implementare strategie simili all’European Union Framework for National Roma Integration Strategies , in modo da dare la dovuta attenzione al rafforzamento dell’inclusione sociale dei Rom. Circa il dibattito sulle norme in materia di blasfemia, l’ECRI guarda con favore all’abolizione dei reati di diffamazione religiosa in ragione della loro capacità, limitando la libertà di espressione, di violare i diritti di minoranze religiose. Si raccomanda, in aggiunta, agli Stati di instaurare un regolare e costruttivo dialogo con i rappresentanti delle comunità islamiche, nonché di favorire il dialogo inter-religioso tra confessioni. L’ECRI invita poi gli Stati membri ad incoraggiare il dibattito tra i media nazionali circa la loro responsabilità nell’evitare il perpetuarsi di pregiudizi relativi ai gruppi vulnerabili.
Infine, il Protocollo n.12 alle Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo , che proibisce la discriminazione in generale, è stato ratificato solamente da 18 dei 47 Stati membri del COE (l’Italia e molti altri Stati UE non sono tra questi) e ECRI ne raccomanda la ratifica in tempi brevi.

La discriminazione nell’Agenda Europea - Il 12 e 13 novembre si terrà a Vilnius la conferenza organizzata dalla Agenzia specializzata UE per i diritti fondamentali (FRA) “Combating hate crime in EU: giving victims a face and a voice”, nell’ambito della quale saranno invitati ed ascoltati autorità ed attori principali del settore per esplorare strategie effettive di lotta ai crimini motivati da odio e pregiudizio a livello sia nazionale che europeo. Alla Conferenza sarà presente anche Cecilia Malmström, Commissario Europeo della DG Affari Interni.

Giulia Guietti

Per informazioni:
ECRI www.coe.int/t/dghl/monitoring/ecri/default_en.asp; Mail ecri@coe.int;
Report Annuale 2012

Azioni sul documento