Ravenna: mosaici d'autore

foto1.jpgRavenna evoca le grandi basiliche tardoantiche e bizantine. I mosaici e il loro straordinario gioco di colori: il bagliore dorato, il blu profondo e il turchese delle minuscole tessere che compongono “arazzi” e “tappeti preziosi”, secondo un’antichissima arte nata in area mediterranea. Schegge di luce che raccontano storie sacre e profane. Ravenna si associa a momenti e a nomi importanti della storia antica e medioevale: Galla Placidia, Teodorico, Teodora e Giustiniano... Ma anche a Dante, che qui è sepolto. Una città, una capitale, proiettata verso oriente, un tessuto architettonico e artistico importante che restituisce ancora lacerti di storia: gli archeologi stanno lavorando al grande parco archeologico di Classe, l’antico porto di questa metropoli adriatica, oggi situato nell’entroterra.
 
foto2.jpg Si può conoscere Ravenna andando per musei, per mostre, scegliendo un itinerario attraverso le basiliche. Ma ci sono anche episodi della storia culturale recente della città che sono fortemente sintomatici delle stratificazioni artistiche, del rinnovarsi di tradizioni e modelli creativi. È il caso dei mosaici che furono realizzati dai maestri mosaicisti di Ravenna in occasione del settimo centenario della nascita di Dante, celebrato a Ravenna nel 1965. Per sottolineare l’evento, una apposita commissione individuò un gruppo di artisti italiani (alcuni dei quali molto noti), per creare le opere su cui basarsi per eseguire dei mosaici celebrativi.
A ogni artista fu indicato un certo numero di canti della Commedia a cui ispirarsi per l’elaborazione del bozzetto preparatorio. Presero vita così una serie di cartoni che propongono un significativo incontro tra l’arte italiana di quegli anni, la perenne centralità dell’opera dell’Alighieri e il riproporsi in una chiave colta e contemporanea dell’antica tradizione musiva di Ravenna. Una volta realizzati, i mosaici di ispirazione dantesca vennero esposti una prima volta nelle sale dei chiostri di San Vitale, nell’ambito della mostra realizzata nel 1965 in occasione del primo centenario del ritrovamento delle ossa di Dante.
 
foto3.jpgGli artisti hanno interpretato le tre Cantiche secondo la loro spiritualità e il loro personale approccio al contenuto filosofico e letterario della Commedia; le tessere dei mosaici hanno aggiunto la luce, le ombre, la drammaticità di marmi, di pietre, di paste vitree frantumate per interpretare a loro volta le strofe del poeta e le emozioni degli artisti. Attualmente i mosaici sono collocati nella sala convegni del Parco divertimenti di Mirabilandia. I cartoni preparatori (opera di Pierluigi Borghi, Domenico Purificato, Raul Vistoli, Domenico Cantatore, Anna Bertoni, Giulio Ruffini, Leila Lazzaro, Primo Costa, Franco Gentilini, Aligi Sassu, Orfeo Tamburi, Ferruccio Ferrazzi, Carlo Mattioli, Giovanni Brancaccio, Marcello Avenali, Giuseppe Migneco, Virgilio Guzzi, Lino Bianchi Bariviera, Ines Morigi Berti, Gisberto Ceracchini, Bruno Saetti) sono stati oggetto di un recente, delicatissimo intervento di restauro, curato e finanziato anche dall’Istituto regionale per i beni culturali.


Bibliografia

 
La forma del colore. Mosaici dall’antichità al XX secolo, a cura di A. Donati, catalogo della mostra (Rimini, 22 agosto 1999 - 6 gennaio 2000), Milano, Electa, 1999.
L’immagine e il frammento. Il mosaico in Emilia-Romagna, a cura di M. Guarino, Bologna, IBC - Editrice Compositori, 2004. 

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