Approfondimenti

Le aspettative di Frank
Dopo aver ricevuto la comunicazione che si sarebbe tenuta una conferenza al vertice a Berlino, per programmare la soluzione finale della questione ebraica, il 16 dicembre 1941 Hans Frank - governatore civile della Polonia occupata – tenne un discorso al suo esecutivo, riunito a Cracovia. Prendendo come riferimento la profezia pronunciata da Hitler il 30 gennaio 1939, il suo auspicio era che il Governatorato Generale di Polonia fosse al più presto ripulito dagli ebrei: una posizione ribadita a Wannsee (il 20 gennaio 1942) dal delegato di Frank, Josef Bühler.
Il significato della conferenza di Wannsee, nella letteratura di Hanna Arendt
Nel 1961, Hanna Arendt seguì come corrispondente del giornale americano The New Yorker il processo subito da Adolf Eichmann a Gerusalemme. Nella sorpresa generale, l’imputato apparve come una figura meschina: un burocrate zelante, un semplice ingranaggio nella vasta macchina amministrativa dello Stato moderno. Lo sterminio degli ebrei non fu certo compiuto solo da soggetti di questo genere, mentre l’impulso ideologico (spesso sottovalutato dalla Arendt) giocò un ruolo di primo piano. Eppure, la conferenza di Wannsee si segnala proprio per la sua apparente normalità amministrativa, capace di addormentare le coscienze e di trasformare il crimine in routine ordinaria.
Zoom immagine
Berlino, 2000. La sala in cui si tenne la Conferenza di Wannsee.

Azioni sul documento