Il disagio di uccidere

Uomini coi nervi a pezzi
Lublino (Polonia), 2000. Il campo di concentramento di MajdanekNell’autunno 1941, il processo di sterminio era ormai diventato indiscriminato, cioè comprendeva senza eccezioni tutti gli ebrei, senza differenze di età, di sesso o di professione. La violenza totale investiva, a quell’epoca, solo i territori occupati dell’Unione Sovietica; con il nuovo anno, avrebbe coinvolto anche la Polonia, l’Europa centrale e quella occidentale.

I poliziotti tedeschi coinvolti nelle azioni di sterminio, tuttavia, incontrarono numerosi problemi di ordine psicologico, che turbarono profondamente Himmler. Molti tedeschi, infatti, durante i massacri avevano dei veri crolli nervosi, che potevano essere superati solo grazie a massicce quantità di alcool: in pratica, spesso, i massacri vennero condotti da soldati completamente ubriachi. Ma questo provocò, in vari altri casi, un’ulteriore perdita di controllo, in direzione del sadismo e dell’abbrutimento totale.

Il problema venne affrontato da Himmler in vari modi. Innanzi tutto, venne potenziato il numero degli ausiliari ucraini, lettoni o lituani, cui spesso si cercò di delegare il lavoro più sporco. Denominati Hiwi (abbreviazione di Hilfswillige, cioè volontari), erano prevalentemente reclutati fra i prigionieri di guerra sovietici che si dichiaravano anticomunisti e affermavano di voler combattere contro il regime di Stalin. Il loro principale centro di addestramento fu il campo SS di Trawniki, presso Lublino; nel 1943, gli uomini di Trawniki (Trawniki-Männer) in servizio erano circa 4000. Tra i loro incarichi, lo sgombero dei ghetti polacchi e la sorveglianza dei centri di sterminio di Belzec, Sobibor e Treblinka.

La ricerca di nuovi metodi di sterminio

Himmler constatò di persona che le esecuzioni collettive non potevano essere un metodo adeguato per la prevista soluzione finale della questione ebraica a livello europeo. Pertanto, già nell’autunno 1941 incaricò vari subordinati di trovare dei metodi alternativi, che risultassero ugualmente efficaci, ma meno traumatici delle fucilazioni di massa.

L’area di Lublino, sotto il controllo di Odilo Globocnik, ebbe un ruolo determinante in questa fase di sperimentazione. Durante un viaggio di ispezione in quella zona, il 20-21 luglio 1941 Himmler aveva ordinato la costruzione a Lublino di un campo di concentramento; ufficialmente, il lager ricevette il nome di KL Lublin. Ben presto, però, gli abitanti della città lo chiamarono Majdanek, per il fatto che era situato nei pressi di un quartiere denominato Majdan Tatarski. I primi deportati arrivarono nell’ottobre 1941: 2000 prigionieri di guerra russi, che morirono di stenti durante la costruzione delle baracche.

Sempre nel medesimo ottobre 1941, Globocnik tentò un esperimento con l’esplosivo. In un aeroporto abbandonato che si trovava a circa 40 chilometri da Lublino, 450 ebrei furono obbligati a scavare grandi buche di sei metri cubi e a distendersi al loro interno; per l’esecuzione, vennero usate delle granate.

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