Approfondimenti

La prima descrizione di Treblinka
Vasilij Grossman arrivò a Treblinka ai primi di settembre del 1944. Il suo saggio L’inferno di Treblinka fu pubblicato per la prima volta sulla rivista russa Znamia nel novembre 1944. Nel 1945, venne ripubblicato in una versione tedesca e più tardi fu anche distribuito al processo di Norimberga. Il testo è giocato su tre registri complementari: la descrizione lirica del paesaggio serve a far risaltare la spietatezza dei crimini e dell’ideologia nazista, cui viene contrapposto l’eroismo dei difensori di Stalingrado, che hanno salvato l’indipendenza della Russia e la libertà di tutti i popoli.
L'antisemitismo ucraino, in una testimonianza letteraria
A distanza di tempo, nel romanzo Vita e destino (completato nel 1960) Grossmann assunse un atteggiamento sempre più critico nei confronti del sistema sovietico. Si fecero ancora più forti, invece, l’ammirazione per l’eroismo dei semplici soldati (disposti a sacrificarsi per la libertà della Russia) e la compassione per gli ebrei sterminati (che il regime staliniano non riconosceva come bersaglio speciale e privilegiato della violenza nazista). In questa pagina, Grossman racconta la vicenda esemplare dell’ormai anziana dottoressa Sof’ja Osipovna, e di David, un bambino che è stato catturato senza i genitori e si è affezionato a Sof’ja. Insieme a mille altri, si spogliano e affrontano la morte nella camera a gas. Raccontarne l’esperienza fino all’ultimo respiro è un modo per dare volto e identità umana a soggetti che rischiano di diventare un’unica massa indistinta, un puro dato statistico.
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Polonia, 1945. La fattoria costruita dai tedeschi a Treblinka, dopo aver distrutto il campo di sterminio.

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