Approfondimenti

Proclama del partito socialista polacco
Il testo che riportiamo venne scritto su un volantino e distribuito clandestinamente sul treno Varsavia-Cracovia il 1° maggio 1940. L’impianto politico che sta alla base del proclama è la teoria dei due nemici, secondo cui Germania e Russia erano entrambe responsabili dello smembramento della Polonia, per quanto le potenze occidentali avessero invece dichiarato guerra solo al Terzo Reich, e non anche all’URSS. Degna di nota è soprattutto l’insistenza sui diritti delle minoranze (primi fra tutti gli ebrei), verso le quali altri soggetti politici polacchi – decisamente più nazionalisti – non nutrivano alcuna simpatia.
Il fiume Bug: una frontiera invalicabile
Moltissimi ebrei polacchi, intrappolati nella zona occupata dai tedeschi, cercarono di varcare il fiume Bug, che segnava il confine con le regioni annesse dall’URSS. Le guardie di frontiera sovietiche, che inizialmente tennero un atteggiamento disponibile, nei confronti dei fuggiaschi, ricevettero infine l’ordine di sparare sui profughi e su chiunque cercasse di lasciare la Polonia tedesca. Nel suo racconto autobiografico Un mondo a parte (pubblicato nel 1951), lo scrittore polacco Gustav Herling ha ricostruito la paradossale situazione venutasi a creare nel 1940, lungo il confine tedesco-sovietico.
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Ghetto di Varsavia, 1941. Un gruppo di bambini. Foto di Joe Heydecker

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