Proclama del partito socialista polacco

Il testo che riportiamo venne scritto su un volantino e distribuito clandestinamente sul treno Varsavia-Cracovia il 1° maggio 1940. L’impianto politico che sta alla base del proclama è la teoria dei due nemici, secondo cui Germania e Russia erano entrambe responsabili dello smembramento della Polonia, per quanto le potenze occidentali avessero invece dichiarato guerra solo al Terzo Reich, e non anche all’URSS. Degna di nota è soprattutto l’insistenza sui diritti delle minoranze (primi fra tutti gli ebrei), verso le quali altri soggetti politici polacchi – decisamente più nazionalisti – non nutrivano alcuna simpatia.

Polacchi, ci rivolgiamo a voi – operai, contadini, intellettuali – in un momento di grande angoscia. Alziamo la voce nelle giornate della nostra schiavitù: è la voce del socialismo polacco. Nei giorni dell’indipendenza, quella stessa voce condannò più volte le politiche dei despoti polacchi...

Ci rivolgiamo a voi nel giorno dell’indipendenza e del socialismo. Il Primo Maggio si avvicina. Su entrambe le rive del fiume Bug verrà organizzata una festa ufficiale. Siate consapevoli che non si tratta della giornata del tributo a Stalin e a Hitler, ma di una giornata per prepararsi in modo adeguato a una lotta coraggiosa...

La Polonia è stata sconfitta... La storia ha insegnato alla Nazione la sua più terribile lezione: per noi, ora, la strada verso la libertà passa per le stanze di tortura della Gestapo e del GPU, per le prigioni e i campi di concentramento, per le deportazioni e le esecuzioni di massa...

A Ovest, Inghilterra e Francia stanno combattendo contro la Germania. Il nuovo esercito polacco sta lottando a fianco a fianco con gli Alleati, ma dobbiamo capire che il destino della Polonia non sarà deciso sulle linee Maginot o Sigfrido. L’ora della decisione per la Polonia arriverà quando i polacchi stessi si ribelleranno contro l’invasore. Dobbiamo aspettare con perseveranza che arrivi quell’ora. La nostra perspicacia e saggezza politica devono essere affinate... Occorre concentrare le armi e preparare i nostri combattenti.

La nuova Polonia deve rimediare agli errori del passato. Il territorio va diviso tra i contadini senza il risarcimento dei proprietari. Il controllo sociale deve allargarsi alle miniere, alle banche e alle fabbriche. Andranno decretate le libertà di parola, di culto e di pensiero. Le scuole e le università verranno aperte ai figli della gente comune. Le grandi sofferenze della popolazione ebraica, delle quali siamo testimoni ogni giorno, devono insegnarci come vivere in armonia con coloro che subiscono la persecuzione del nemico comune... Dobbiamo imparare a rispettare il desiderio di libertà delle popolazioni ucraine e rutene.

(N. DAVIES, La rivolta, Milano, Rizzoli, 2004, p. 210. Traduzione di C. Balducci, C. Fiorina, E. Peru, A. Zucchetti)

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