Il ghetto di Vilnius/Vilna

L’epurazione degli inabili al lavoro
Kaunas, 24 giugno 1941. Uno degli assassini di ebrei, durante il pogrom verificatosi Presso il garage Lietukis.In Lituania, i nazisti decisero precocemente di eliminare tutti coloro che non ritenevano utili per lo sforzo bellico. Pertanto, fin dall’ottobre 1941 i due ghetti di Vilnius furono oggetto di alcune brutali epurazioni, precedute dal rilascio di appositi certificati di lavoro (detti Scheine) a coloro che venivano dichiarati lavoratori indispensabili alla produzione.

I pochi fortunati che riuscirono a disporre dei preziosi attestati poterono evitare (almeno per il momento) la deportazione di se stessi e dei loro familiari. Per gli altri, invece, non ci fu scampo: nel Ghetto II, furono arrestate 3 000 persone il 16 ottobre e altre 1 300 il giorno 21. In tal modo, in pratica, il Ghetto II cessò di esistere; restava solo il ghetto più grande, che venne ampiamente e spietatamente sfoltito a partire dal 23 ottobre (allorché vennero rastrellate 5 000 persone prive di Schein, in quella venne chiamata l’azione dei biglietti gialli).

Il 3 novembre, il processo di eliminazione delle bocche inutili era ormai completato: dei circa 40 000 ebrei rinchiusi nei due ghetti di Vilnius non ne restavano che 15 000, concentrati in alcune strade del Ghetto I, divenuto ormai l’unico della città.
Ponary/Paneriai

Le vittime delle epurazioni condotte nell’autunno del 1941 venivano portate in una foresta, ad una decina di chilometri da Vilnius, nei pressi di una località per villeggiatura chiamata in vari modi - Paneriai (in lituano) o Ponary (in tedesco) - e qui fucilate.

Il 12 luglio 1942, il Consiglio ebraico del ghetto di Vilna venne sciolto e sostituito dalla figura di Jakob Gens, nominato dai tedeschi direttore unico del ghetto. Gens cercò sempre di impedire qualsiasi azione di resistenza, in quanto sosteneva che i nazisti avrebbero finito per capire quanto il lavoro degli ebrei era importante, ai fini dello sforzo bellico. Lo stesso Gens, tuttavia, venne fucilato dai nazisti il 14 settembre 1943, a preludio di una serie di altre operazioni, che ridussero ad appena 3000 gli ebrei di Vilna. Costoro erano impegnati nella fabbrica di pellicce Kailis, in alcune officine automobilistiche e in altre aziende. Il 27 marzo 1944, mentre i genitori erano al lavoro in queste imprese, furono rastrellati tutti i bambini rimasti. Gli ultimi ebrei di Vilna furono uccisi pochi giorni prima dell’arrivo dei sovietici, il 13 luglio 1944. 

Nello stesso mese, i nazisti procedettero alla esumazione e alla distruzione di tutti i cadaveri   sepolti a Ponary, ove gli ufficiali dell’Einsatzgruppe A si vantavano di aver eliminato almeno 90 000 persone (per la maggior parte ebrei). Il compito di distruggere col fuoco i corpi delle persone fucilate nella foresta fu affidato ad un gruppo di ottanta prigionieri, che infine tentarono di evadere dal bunker in cui venivano rinchiusi ogni notte, al termine del lavoro. I detenuti riuscirono a scavare un lungo tunnel sotterraneo, che li condusse oltre il filo spinato e il campo minato che circondavano l’area delle fosse comuni. Solo tredici, fra tutti gli evasi, riuscirono a salvarsi: undici trovarono rifugio presso i partigiani, mentre gli altri due riuscirono a passare il fronte.

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