Novembre 1918: la pugnalata alla schiena
Una guerra di logoramento
La prima guerra mondiale fu una prova durissima, in quanto la capacità difensiva di ogni esercito era infinitamente superiore alla sua capacità di attacco e di penetrazione. Si era capaci di respingere l'offensiva altrui, provocando al nemico gravissime perdite, ma per lo stesso motivo non si riusciva a sfondare, cioè a travolgere le difese dell'avversario. In Francia, dall'autunno del 1914, per quattro anni la linea del fronte non subì cambiamenti significativi: ogni tentativo di conquistare le trincee avversarie fallì senza eccezioni, da una parte e dall’altra. Solo nelle due più grandi offensive del 1916 (Verdun e la Somme) morirono più di 960.000 soldati, senza che la situazione strategica complessiva avesse subito alcun mutamento.In queste circostanze, la vittoria sarebbe stata ottenuta dallo schieramento che fosse stato capace di reggere a tempo indeterminato i costi materiali e le sofferenze provocate dal conflitto. In pratica, la prima guerra mondiale assunse i contorni di una guerra di logoramento, che vedeva contrapposti non solo due eserciti, bensì due apparati produttivi, o meglio due sistemi sociali, impegnati a garantire agli eserciti stessi le risorse umane e materiali indispensabili per continuare a combattere.
Nell'inverno 1916-1917, la situazione alimentare in Germania iniziò a farsi drammatica. Molti tedeschi, soprattutto nelle città, furono costretti a nutrirsi esclusivamente di rape. La mortalità infantile, rispetto al 1913, salì del 50%, mentre almeno 700 mila persone morirono per denutrizione.
La resa incondizionata
L' 11 novembre 1918, la Germania firmò l'armistizio con le potenze alleate. Si trattava, in di una resa senza condizioni, dettata dall'impossibilità materiale di proseguire lo sforzo bellico. Tuttavia, l'esercito tedesco non era stato sbaragliato in una grande battaglia campale: piuttosto, a crollare era stato il cosiddetto fronte interno, cioè il morale della popolazione, stanca di sopportare la fame e la miseria che la continuazione del conflitto aveva imposto.
I primi sintomi del crollo si verificarono nella base navale di Kiel, sul Baltico, ove i marinai della flotta da guerra si ammutinarono il 4 novembre. A tale episodio seguirono le rivoluzioni di Monaco (7 novembre) e di Berlino (9 novembre), che provocarono l'abdicazione del Kaiser Guglielmo II e l'armistizio.
A firmare la capitolazione, dunque, non furono esponenti del vecchio regime o generali dell'esercito imperiale, bensì gli uomini del nuovo governo, presieduto dal socialdemocratico Friedrich Ebert. Questo fatto permise alla propaganda di estrema destra di bollarli con l'infamante epiteto di criminali di novembre, che avevano pugnalato alla schiena la Germania: se essi non avessero incitato il popolo alla rivoluzione - così si diceva - il Reich avrebbe potuto proseguire il conflitto e, al limite, vincerlo.

